Forse non tutti sanno o magari fanno finta di non sapere che il 27 ottobre 2019 (meno di sette mesi fa!) c’è stata festa grande a Villa Torano, la nuova “bomba sanitaria” del coronavirus in Calabria con i suoi 131 casi positivi (oggi 52), per il ventennale dell’inaugurazione della Rsa, che è stata addirittura la prima in Calabria. In pratica l’apripista di un business tanto squallido quanto redditizio.
Le cronache di regime del tempo parlavano, con grande enfasi, di una importante sinergia tra pubblico e privato. Da una parte il Comune di Torano Castello, che acquistò e ristrutturò l’edificio dell’ex Hotel San Felice e dall’altra la società Medical Sport Center di Claudio Parente e Massimo Poggi, a cui il complesso fu affidato per l’espletamento delle finalità proprie delle Residenze sanitarie assistite. Ad oggi la struttura ha quasi 60 posti letto (ma ci sono stati periodi nei quali ne ha avuti anche un centinaio) per ultrasessantenni ma anche tanti altri affari con la riablitazione, benedica…
Il 28 ottobre dello scorso anno si diede, dunque, il via alla solita passerella di politici, papponi e affini presso la struttura di località Macchia Tavola, nei pressi di Torano Scalo. Politicamente, era stato l’allora sindaco Natale Marchese a confezionare l’affare, spalleggiato alla grande dall’allora segretario comunale Renzo Filice. E i rampanti privati che davano il via ad uno dei business più redditizi erano e sono due “boss” indiscussi della sanità privata, Claudio Parente e Massimo Poggi. Il primo, successivamente e come abbiamo già spiegato (chi è CLAUDIO PARENTE), ha acquisito una “rete” di strutture private e si è buttato anche in politica, è stato consigliere regionale e fa parte del team di faccendieri che ha sostenuto e sostiene la capra che guida la Regione, Jole Santelli, come paravento per gli affari di gentaglia come Parente.
Ma torniamo a Villa Torano, che nel corso di questi lunghi venti anni si è fatta un nome come struttura sanitaria destinata al ricovero degli anziani per lunga degenza e riabilitazione.
Nonostante il silenzio totale dei media di regime, addomesticati a furia di banner e pubblicità, non sono mancate le denunce rispetto alla gestione. Ecco cosa scriveva nel 2016 Fernando Pignataro, esponente di spicco di Sinistra Italiana, ex deputato, quando era dirigente del sindacato autonomo Snalv.

“… A Villa Torano regna il caos totale. Arretrati di pagamenti per diverse mensilità, licenziamenti illegittimi, rappresaglia sindacale, accuse di mobbing, tentativi di esternalizzazione di servizi nel mentre si licenzia, agenzie di investigazione che spiano i lavoratori, visite degli Ispettori del lavoro che certificano pendenze consistenti nei confronti delle maestranze.
Insomma, una serie di violazioni contrattuali, di non rispetto delle leggi vigenti, che non si giustificano né dagli ingenti finanziamenti pubblici che vengono erogati alla Medical Sport Center s.r.l. di Catanzaro, proprietaria della struttura di Torano, né dalla situazione aziendale che ha visto per il 2015 un incremento notevole dei ricoveri.
Lo SNALV si chiede, allora, perché la società non paga gli arretrati ai lavoratori, non paga l’affitto al Comune di Torano Castello, avvia procedure di licenziamento (anche nei confronti di lavoratori in malattia) e nel contempo pensa di esternalizzare alcuni servizi, non paga in modo corretto le mensilità correnti, facendo lievitare gli arretrati nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici, come mai applica il contratto collettivo nazionale di lavoro AGIDAE (che si applica per le strutture e gli enti ecclesiastici) pur non avendo tra i propri dipendenti personale religioso…
Insomma, una serie di denunce che hanno bisogno di risposta immediata da parte delle Autorità competenti, a partire dalla Regione e dall’ASL, che non possono continuare a far finta di niente nonostante una situazione palesemente irregolare e irrispettosa di leggi e contratti, il cui rispetto dovrebbe essere alla base del rapporto con le Istituzioni pubbliche e per percepire i finanziamenti dal sistema sanitario nazionale.
Al nostro Sindacato, che ha cercato da subito di mettere le cose in chiaro, chiudendo in negativo trattative conciliative presso l’Ispettorato del Lavoro di Cosenza che si protraevano da mesi e mesi senza risultato, che ha evidenziato lo stato aziendale e le violazioni in corso, è stato riservato un trattamento speciale, fino al licenziamento illegittimo del delegato aziendale e componente la Segreteria Provinciale Francesco DE LUCA.
Come si evince da tutto questo, siamo di fronte ad una situazione abnorme. Lo SNALV, pertanto, oltre al ricorso alle vie legali per la soddisfazione dei diritti sacrosanti dei propri iscritti, chiede un urgente incontro alla Direzione dell’ASL Provinciale, al Commissario SCURA e al Presidente OLIVERIO per discutere di una vertenza che si avvia ufficialmente e si riserva di consegnare in quella sede istituzionale un dossier sulla drammatica situazione di Villa Torano…”.
SNALV CALABRIA – FERNANDO PIGNATARO
Abbiamo ricontattato Fernando Pignataro – che oggi non è più nello Snalv – alla luce degli ultimi eventi. Ecco quanto ci ha dichiarato: “Dopo qualche mese dalle nostre denunce – spiega – hanno prima licenziato il nostro delegato e poi ricattato singolarmente le nostre iscritte per farle cancellare, per cacciarci dall’azienda. Sono ritornati così a fare accordi sugli arretrati da pagare a 36/48 mesi e anche oltre col sindacato giallo e anche con qualche sigla confederale. E tutto è ritornato come prima purtroppo…”.
E ancora: “… Le collusioni politiche legate a questa vicenda hanno già prodotto molti danni, un rischio serio di un’espansione enorme dei contagi, la salute dei pazienti e dei loro familiari, degli operatori sanitari delle strutture del gruppo e dell’intero territorio interessato.
Questo è il risultato di un intreccio perverso del potere politico con gli affari legati ad una sanità privata, spesso dequalificata, alla quale sono stati concessi finanziamenti enormi e la creazione di strutture, fabbriche di soldi, veri e propri imperi finanziari, che sempre di più hanno condizionato le scelte politiche sulla salute dei cittadini e l’organizzazione della sanità in Calabria e in tutto il Paese.
Oggi il bubbone è scoppiato perché in una situazione emergenziale così grave ci siamo trovati di fronte ad una sanità pubblica depauperata e derubata di fondi, personale medico e sanitario, ospedali e attrezzature e un privato praticamente assente, se non per fare ulteriori affari.
Il caso di Villa Torano e del duo Parente-Poggi è emblematico di un perverso rapporto con la politica e le istituzioni che ha contribuito all’ascesa di un modello imprenditoriale che ha ritenuto di godere, viste le coperture di cui ha sempre goduto, di una libertà assoluta al non rispetto di regole, leggi, contratti e comportamenti di civile convivenza.
Le denunce di questi anni di illegalità diffuse, di comportamenti antisindacali, di licenziamenti discriminatori e illegittimi, di commistioni con la pubblica amministrazione, di non rispetto dei contratti, a partire dal pagamento delle spettanze ai dipendenti, sono sempre cadute nel vuoto rispetto a potenti arroganti e con le giuste protezioni.
Ma ora i nodi sono arrivati al pettine. L’uso spregiudicato dei legami politici ha creato questo scandalo che è a conoscenza di tutti e che desta forte allarme nelle Amministrazioni pubbliche e nei cittadini.
Troppe cose poco chiare sono all’attenzione della Magistratura, ma che sono preoccupanti per il livello del nostro governo regionale. Da quando si conosceva il rischio di contagi nella struttura? Come mai si è saltata l’Asp di Cosenza a cui sono affidate le competenze? Chi ha autorizzato l’intervento diretto della Protezione civile calabrese? Come mai c’è stata tanta solerzia ad inviare i tamponi direttamente da Catanzaro? Che è tutta questa storia dei tamponi da rifare? Che ci faceva Poggi nel laboratorio di analisi del nosocomio in cui si analizzavano i tamponi di Villa Torano? Che nesso c’è con le dimissioni del Direttore Sanitario del Mater Domini?
Ad alcune di queste domande è facile dare risposta, visti i legami politici di uno dei boss di Forza Italia in Calabria, Claudio Parente. Ma siamo fiduciosi che la Magistratura farà il proprio corso e piena luce su una vicenda piena di ombre e nubi che vanno diradate al più presto…”.
Ce n’è abbastanza affinché tutti i calabresi possano farsi un’opinione su questi pericolosissimi avvoltoi della sanità privata.