Belvedere, chi c’è dietro l’infermiera positiva alla Tirrenia Hospital? Indaga la procura di Paola

A Belvedere, dopo diversi falsi allarmi, ieri è arrivata la conferma del primo caso positivo al coronavirus. Si tratta di un infermiere che lavora all’ospedale di Cetraro. Nelle settimane scorse invece era emersa la positività di un’infermiera di Tortora che lavorava nella Tirrenia Hospital di Belvedere. E tutti ricordano l’atteggiamento del pessimo senatore don Magorno, sindaco di Diamante, che aveva cavalcato l’onda del contagio presentando addirittura un’interrogazione parlamentare ed ergendosi a paladino di non si capisce bene che… Oggi invece, alla luce del caso positivo dell’infermiere di Belvedere all’ospedale di Cetraro, don Magorno tace, non emette suoni dalla fogna che si ritrova sotto il naso. Ci saranno certamente ordini di “scuderia” da rispettare e lui, disciplinatamente, bacia le mani. Del resto, la regola del “forte con i deboli e debole con i forti” è la filosofia di vita di questo mentecatto che ancora ammorba la Calabria.

Tutto questo ci offre la possibilità di tornare sulla vicenda dell’infermiera positiva della Tirrenia Hospital, anche perché abbiamo appreso che la stessa infermiera è stata denunciata alla procura di Paola da parte di colui che gestisce la clinica, il dottore Giorgio Crispino di Cosenza. E c’è più di un particolare che lascia pensare che ci sia qualcuno dietro questa signora. Proviamo a ricostruire i fatti.

L’infermiera, di rientro alla Tirrenia Hospital dopo alcuni giorni di malattia, il 28 marzo scorso, presentava sintomatologia sospetta, che non passava inosservata al personale medico della clinica. Tale sintomatologia si acuiva in maniera evidente il giorno dopo, il 29 marzo, tanto che la stessa veniva sottoposta a visita da parte del responsabile del reparto di medicina della Tirrenia Hospital, che le consigliava vivamente di eseguire radiografia e TAC torace. Tali accertamenti strumentali evidenziavano lesioni compatibili con la polmonite interstiziale, per cui la stessa veniva sottoposta a tampone, e successivamente risultava positiva al COVID-19.

Attenzione, però: dalle relazioni mediche risulta, altresì, la circostanza che l’infermiera già all’atto del rientro al lavoro stava assumendo i farmaci “Plaquenil e Zitromax”, farmaci che vengono somministrati alla comparsa dei sintomi del Coronavirus.
Al contrario, all’interno della struttura sanitaria non ci sono mai stati dipendenti ovvero pazienti con sintomatologia sospetta di COVID-19, per come è risultato dai tamponi effettuati, sia dalla direzione sanitaria della casa di cura, sia successivamente dal personale dell’Asp di Cosenza, sui dipendenti e sui pazienti presenti nella struttura, dati avvalorati dalle comunicazioni dell’Ufficio Igiene e Prevenzione dell’Asp di Cosenza.

La domanda allora nasce spontanea: perché un’infermiera, tra l’altro malata, si espone a questa situazione, rilasciando addirittura interviste e dichiarando circostanze false per le quali rischia di perdere il lavoro oltre che di subire un procedimento penale?

La verità che si chiede adesso di appurare alla procura di Paola è semplice. Questa signora non ha agito certamente da sola ma dietro di lei ci dev’essere per forza una regia finalizzata ad attaccare la clinica Tirrenia Hospital ex Tricarico, nell’attuale gestione, per riconsegnarla ai potentati del Tirreno ed ai loro bene individuati rappresentanti politici.

Come mai l’infermiera non si è preoccupata delle proprie azioni, finalizzate al nulla se non a creare turbative e falsa informazione, atteso che i famosi ricoveri da Bocchigliero sono avvenuti tutti prima del Decreto della Regione Calabria del 20 marzo?

Forse l’infermiera ha già una garanzia di assunzione, in caso di licenziamento, da parte di qualche altro imprenditore con le mani nella sanità privata, amico dei politici (politicanti) della zona, che provvederà certamente a sistemare colei che si è prestata a fare il cavallo di Troia, per distruggere la Tirrenia Hospital? Ci è giunta voce di alcuni recenti contatti tra uno strozzino che fa l’imprenditore nella sanità privata ed un noto politico affiliato al clan più importante del Tirreno. Che ci siano loro dietro l’infermiera? Presto ce lo dirà la procura di Paola. Sempre a futura memoria.