Coronavirus, Fase 2. Boccia: «Ordinanze coerenti con il decreto o ci sarà diffida»

Roma – E’ scontro tra le Regioni e il governo sulle riaperture delle attività produttive e sulla gestione della Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Il ministro Francesco Boccia, pur mettendo sul tavolo l’offerta di correttivi interpretativi del Dpcm con le Faq del governo, chiede di ritirare le ordinanze in contrasto con l’ultimo decreto, minacciando di impugnarle (seppure dopo una lettera di diffida per ravvedersi) e prospetta scelte differenziate a seconda dei territori dal 18 maggio, ma i governatori rivendicano la propria autonomia. Con i presidenti delle Regioni di centrodestra che scrivono al premier e al presidente della Repubblica chiedendo di “normalizzare l’emergenza” e di rispettare le loro competenze.

La Calabria riapre bar e ristoranti con servizio all’aperto
Intanto, la Calabria accelera sulla Fase 2 e da oggi, 30 aprile, nella regione sarà «consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto». E’ quanto previsto da un’ordinanza per la fase 2 firmata dalla governatrice della Calabria, Jole Santelli. Secondo l’ordinanza, queste stesse attività «possono essere riattivate presso gli esercizi che rispettano le misure minime “anti-contagio” e ferma restando la normativa di settore».

Boccia a Regioni: ordinanze coerenti con decreto o ci sarà diffida
Il ministro per le Autonomie e gli Affari regionali Francesco Boccia, alle Regioni in video-conferenza ha detto: «Propongo un metodo perché le ordinanze regionali siano coerenti con il Dpcm». In sostanza, secondo quanto si apprende, se ci saranno ordinanze non coerenti, con allentamento delle misure, il ministro Boccia invierà una lettera indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle. Se questo non dovesse avvenire allora il governo impugnerà l’ordinanza.

In base ai dati dei monitoraggi delle prossime due settimane, ha aggiunto il ministro «si può pensare ad aperture diverse regione per regione». «Tutto dipenderà dal numero dei contagi e dalla tenuta della sanità territoriale. Se l’R0 rimane sotto l’uno si potrà procedere, altrimenti no», il ragionamento fatto. Importante sarà poi la presenza sul territorio dei Covid Hospital e delle strutture per la quarantena dei positivi fuori dal proprio domicilio.

Il ministro ha comunque sottolineato di voler evitare impugnazioni auspicando che si possa andare avanti in un clima di collaborazione magari con un confronto preventivo anche sulle ordinanze.