di Alberto Laise
In queste ore, nella città di Corigliano-Rossano, si legge di una proposta di “project financing” riguardante la costruzione di un nuovo cimitero. La proposta porta la firma di una ex consigliera comunale ed importante operatrice nel settore funerario. In pratica, partendo dall’idea che le aree cimiteriali siano mal gestite e che manchino i loculi, ci si propone come finanziatori della costruzione di un nuovo cimitero ed in cambio se ne chiede la gestione pluriennale.
Siamo di fronte ad una forma di finanziamento e d’impresa che in Italia ha dato sempre risultati pessimi e che ha portato solo l’aggravio dei costi per i cittadini.
In generale, ogni qual volta si è provveduto a privatizzare o ad esternalizzare un servizio il risultato è sempre stato negativo. Aumentano i costi per i cittadini e spesso il servizio peggiora. Trasporti, energia, telecomunicazioni… a distanza di anni possiamo tranquillamente dire che noi cittadini paghiamo di più ed i privati si sono arricchiti a spese della comunità . Il caso dei Benetton con la società Autostrade dovrebbe essere emblematico. E lo stesso vale se ci riferiamo alla gestione dei servizi comunali e locali. Rifiuti, acqua, riscossione presentano costi impossibili per i cittadini e guadagni pazzeschi per le società private o a capitale misto.
Ora se questa proposta va a toccare la sacralità della morte e tutto il carico di dolore che l’accompagna occorre fare estrema attenzione. Intanto sarebbe facile intuire che una privatizzazione del cimitero, affidata non ad un soggetto terzo ma a chi opera nel settore delle onoranze funebri, dovrebbe sollevare parecchie perplessità rispetto ai soggetti concorrenti. È facile capire che si andrebbe verso una posizione dominante sul mercato che ha poco di corretto. Poi, anche alla luce di numerosi fatti veramente squallidi e poco decorosi (addirittura risse per accaparrarsi il defunto) , ci potrebbero essere persino questioni relative all’ordine pubblico.
Ma il punto principale – nonostante si utilizzino termini tecnici e si ammanti il tutto di “dinamismo” tecnico tipico dell’impresa che ti fotte mentre tu l’applaudi – è che si metterebbe sul mercato, appunto, il dolore ed il lutto delle famiglie che subiscono una perdita. Oggi, nonostante alcuni ritardi, dare degna sepoltura ad un proprio congiunto ha un costo “gestibile” ed è, soprattutto, ben disciplinata l’assegnazione ed i costi del loculo. Se questo passa ad una società privata che ha come ragione sociale il profitto – e non si offenda l’intelligenza dei cittadini dicendo che non è così – quali saranno le prospettive dei cittadini? Quale sarà il costo di tutto ciò?
Ora, ben sapendo che l’argomento mi è ostico e che lo affronto non da “sapientone” come qualche gentile dama del mio partito afferma ma con l’occhio di chi sa distinguere interesse pubblico da interesse privato, quello che è necessario è l’assoluta vigilanza sull’argomento. Cittadini, politica e associazionismo non possono far finta che sia argomento banale. Laddove, anche a seguito di una direttiva europea che apriva alla privatizzazione del settore, si è utilizzato il sistema si è avuto un risultato pessimo. Mi vengono in mente il caso di Cassino e quello di Palermo (o comune limitrofo) dove si è visto anche il tentativo di infiltrazione criminosa.
Per questo occorre che tutti incoraggino l’amministrazione comunale a respingere al mittente tale proposta.
Il capitale privato cerca di spostare sempre piu tutti gli aspetti della nostra vita… che almeno il riposo eterno non divenga un mutuo eterno per chi resta a piangere i propri cari.