Cosenza si sveglia. Libertà dalla malapolitica: “Fuori i privati dalla sanità”

Tantissimi cittadini si sono presentati puntali all’appuntamento delle 18,00 a piazza Kennedy a Cosenza per esprimere il proprio dissenso, in maniera civile, democratica e rispettose della norme anti contagio, contro la decisione politica di dichiarare la Calabria zona rossa, non tanto per i numeri dei contagiati, ma per la carenza di strutture ospedaliere. Una eventuale crescita (mai sia) dei contagi potrebbe mandare in tilt quel poco che resta del sistema sanitario regionale. Un rischio che nessuno vuol correre.

Sin dalle prime battute i cittadini, con vari interventi, hanno sottolineato le gravi e “ataviche” responsabilità della classe politica calabrese che ha concorso assieme ai vari governi e ai tanti “commissari” amici degli amici, allo sfascio totale della sanità pubblica in Calabria, e tutto questo solo per favorire la sanità privata che come si sa in Calabria è per lo più gestita da certa politica: quasi tutti i deputati, senatori, consiglieri regionali e tanti consiglieri comunali calabresi hanno come sponsor qualche clinica privata, questo quando non sono i diretti proprietari. Un vero e proprio bancomat per certi politici calabresi che da anni lucrano sulla salute dei cittadini: in cambio di “concessioni” e posti letto, certi affaristi sono disposti a ben pagare gli amici degli amici che si mettono a disposizione. Una vigna infinita che ha totalmente prosciugato le casse pubbliche fino a produrre una voragine di debiti incalcolabile.

È così che va da decenni in Calabria. Ed i manifestanti non hanno avuto timore di gridare pubblicamente i nomi di tutti coloro i quali hanno avuto le mani in pasta nella sanità: basta con i Gentile, i Morrone, gli Occhiuto, gli Adamo/Bruno Bossio, i Guccioni, gli Oliveri, Scopelliti e tutto il cucuzzaro!

Libertà, libertà ha più volte invocato la folla di manifestanti arrivati da ogni angolo della città. Libertà da questi personaggi, libertà dalla malapolitica, libertà di potersi curare nella propria città.

Qualcuno dal megafono lancia l’idea di un corteo che viene subito raccolta dai cittadini che pacificamente si incamminano per le vie cittadine al grido: “sanità pubblica”, fino ad arrivare all’ingresso dell’autostrada. L’obiettivo è pacifico: occupare simbolicamente l’ingresso dell’autostrada. Un modo per far giungere la propria voce ai piani alti del governo che ancora una volta si ostina a non voler ascoltare la voce della gente: in Calabria servono garanzie chiare e concrete per chi – a differenza della lobby masso/mafiosa che gestisce e lucra anche in tempi di epidemia sulla sanità e non ha bisogno di “sussidi” – da queste scellerate scelte ha perso tutto o quasi. Le attività economiche e commerciali che rischiano di fallire per sempre sono tante, che tradotto significa: migliaia di famiglie si sono trovate, loro malgrado, al centro di un vero e proprio terremoto economico, causato dalla chiusura forzate delle loro attività causa covid, che rischia, oltre che mandarli sul lastrico, anche di far crollare definitivamente la già fragile economia della nostra città. Il che è un problema che riguarda tutti, anche quelli che si sentono al sicuro con il loro stipendio sicuro.

Il corteo si rimuove verso la città, e nel mentre c’è tempo anche per lanciare qualche coro all’indirizzo della clinica privata “La Madonnina” del potente gruppo iGreco che gestisce buona parte della sanità privata cittadina: “fuori i privati dalla sanità”. Gli slogan sono tanti e tutti a tema: sanità pubblica, e fine dello sciacallaggio politico sulla sanità e su tutto, a danno dei cittadini.

A vedere e a sentire gli umori della gente che oggi è scesa in piazza una considerazione, al li là di tutto, si può fare e può trovarci tutti d’accordo: Cosenza si è svegliata. Speriamo bene, per il bene di tutti, anche di quelli che criticano questa iniziativa.