Calabria. Macellavano animali senza controlli sanitari, 6 arresti e perquisizioni in 18 allevamenti tra Crotone, Cosenza e Reggio

I carabinieri del Gruppo Tutela Salute di Napoli e dei Comandi Provinciali di CrotoneCosenza e Reggio Calabria, con il supporto aereo di unità a pilotaggio remoto del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, hanno eseguito oggi 8 misure cautelari. L’ordinanza è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Crotone nell’ambito dell’operazione denominata “Fox”, svolta dal Nas di Cosenza sotto la direzione della Procura della Repubblica della città pitagorica.
Il provvedimento riguarda 6 veterinari ufficiali in servizio presso l’Asp di Crotone (4 agli arresti domiciliari e due interdetti dall’esercizio nei distaccamenti di Cirò Marina e Roccabernarda) e 2 gestori di uno stabilimento di macellazione carni di Strongoli (arrestati e portati in carcere), oltre al sequestro di stabilimenti ed allevamenti per un valore di oltre 1.000.000 di euro.
In corso perquisizioni in 18 allevamenti delle province di Crotone, Cosenza e Reggio Calabria i cui titolari sono stati denunciati. AGGIORNAMENTO: I NOMI DEGLI INDAGATI (http://www.iacchite.blog/crotone-operazione-fox-i-nomi-degli-indagati/)

Le indagini, avviate nell’anno 2019 in seguito ad una segnalazione interna al Servizio Veterinario, e svolte dal Nas di Cosenza sotto la costante direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, hanno riguardato l’intera filiera delle carni (bovine, suine ed ovi-caprine) nella citata provincia ed hanno interessato, oltre ai soggetti destinatari dell’odierna misura cautelare, anche 14 allevatori di bestiame, nei cui allevamenti (nelle province di Crotone, Cosenza e Reggio Calabria) i Carabinieri stanno oggi dando esecuzione ad un decreto di perquisizione, anche mediante ricognizione aerea effettuata attraverso  “droni” in dotazione al Comando Carabinieri per la Tutela della Salute.

Terminale delle condotte illecite era lo stabilimento di macellazione di Strongoli sottoposto a sequestro, il cui gestore è stato tratto in arresto unitamente ad un’impiegata amministrativa che di fatto sovrintendeva a tutte le attività criminose. Presso il citato macello, nel corso dell’indagine, sono stati sezionati centinaia di capi tra bovini, suini ed ovi-caprini privi di qualsivoglia profilassi o certificazione sanitaria, le cui carni sono state in seguito vendute e sono finite sulle tavole di ignari consumatori. L’attività investigativa ha consentito di ricostruire compiutamente come i veterinari indagati, al fine di procurare ingiusti vantaggi patrimoniali agli allevatori cui erano contigui, ponessero in essere una gravissima serie di omissioni e di atti contrari ai doveri del proprio ufficio quali l’attestazione di profilassi anti-tubercolosi mai avvenute, l’alterazione dei prelievi di sangue effettuati su capi suini al fine di consentirne la macellazione, l’intermediazione nell’illecito traffico di marche auricolari, sovente appartenute ad animali deceduti per malattia e successivamente apposte ad altri capi abusivi al fine di sanarne l’illecita posizione, o ancora l’inserimento e la revoca di false denunce di smarrimento di animali.