Lettera al commissario Guido Longo

LETTERA AL COMMISSARIO
GUIDO LONGO

Illustre Commissario Guido Longo,
siamo cittadini calabresi, donne ed uomini, medici, infermieri, malati e parenti di persone che soffrono. Negli ultimi mesi abbiamo dato vita ad una rete spontanea per chiedere alle istituzioni di restituire dignità al sistema sanitario della nostra regione. Lei conosce bene la Calabria e sa quanti sacrifici debbano affrontare intere popolazioni private di un diritto fondamentale, sancito dalla Costituzione: il diritto alla salute. Nei territori in cui viviamo non è possibile né nascere né morire dignitosamente. Non esistono infatti reparti in cui le donne possano partorire. Non ci sono nemmeno posti letto, personale e strumentazioni che possano garantire conforto ed assistenza ai nostri anziani. Sappiamo che le è stato affidato un compito difficilissimo. Ma nutriamo fiducia nella sua determinazione a voler curare le cancrene che ci affliggono: il malaffare e l’impoverimento delle strutture sanitarie saccheggiate da soggetti privati senza etica, che approfittando del malfunzionamento degli ospedali pubblici assorbono risorse per arricchire le proprie casse. Soprattutto, coltiviamo una speranza.

Auspichiamo che Lei, da servitore dello Stato, abbia lo stesso coraggio dimostrato da uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, persone che pur obbedendo ai poteri costituiti, seppero anche ribellarsi contro i loro stessi superiori e gran parte della classe politica. Non rimasero inermi di fronte alle più evidenti violazioni dei principi costituzionali. Non si limitarono, dunque, a svolgere il compitino a loro assegnato. Al contrario di persone come Borsellino e Falcone, i commissari alla Sanità in Calabria, i suoi predecessori, invece hanno commesso uno dei “peccati” per i quali Dante condannava le anime alle pene dell’inferno: l’ignavia.

I suoi predecessori, Dottor Longo, sono stati opportunisti ed ignavi. Pur di eseguire gli ordini ed ottenere i premi in denaro che i governi di entrambi gli schieramenti assegnano ai manager quando “raggiungono degli obiettivi”, hanno fatto finta di non sapere che decine di ospedali erano stati chiusi, hanno taciuto sulle piaghe della sanità calabrese. Si sono limitati solo a fingere di far tornare i conti, perché sotto la loro amministrazione in realtà il debito sulla sanità in Calabria è ulteriormente cresciuto. Ci aspettiamo allora da Lei, Signor Commissario, che oltre a sanare il bilancio, chieda al governo, ed ottenga da esso, le risorse per riaprire molti degli ospedali pubblici chiusi. E speriamo che lei, piuttosto che limitarsi a “tagliare”, lavori soprattutto per il ripristino di quei “livelli essenziali di assistenza” che ci sono negati. A tal fine, le chiediamo ci concederci un incontro nel quale una nostra delegazione possa esporre le aspettative di ciascun singolo territorio.
Sicuri di un suo cortese riscontro, le auguriamo buon lavoro.