Covid Cosenza, straordinari d’oro all’Asp: la Guardia di Finanza acquisisce le tabelle

Mario Marino

La “mossa” era nell’aria da qualche giorno e stamattina è stata portata a termine. La Guardia di Finanza, su delega del porto delle nebbie (per i nuovi di Iacchite’ la procura di Cosenza) ha acquisito le tabelle degli straordinari dell’Asp di Cosenza per i dirigenti medici, con particolare attenzione per quelli impegnati nell’emergenza coronavirus. Si tratta delle tabelle che Iacchite’ ha già pubblicato tra l’8 e il 10 dicembre: oltre 700mila euro di lavoro “straordinario” conteggiati dagli scienziati dell’Asp cosentina per un ristretto numero di medici, molti dei quali – quelli che hanno percepito i compensi più alti – appartenenti al cerchio magico del coordinatore della task force antiCovid, Mario Marino.

Non sappiamo se a ricevere le Fiamme Gialle sia stata Simonetta Cinzia Bettelini, attuale commissaria dell’Asp di Cosenza, che come tutti sanno fa la spola tra il Veneto e la nostra città ed è stata prorogata ancora per qualche settimana dal commissario Longo. Si dice che per lei sia pronto il “benservito” ma con la politica di questi tempi non c’è nulla di certo. Di contro, tuttavia, ci sono molte certezze sulla completa inefficienza del sistema di lotta al contagio da parte dell’Asp cosentina. A partire dal caos totale per la gestione dei tamponi e soprattutto per quella dei dati dei contagi, con un tracciamento che ormai è completamente saltato. E con una penosa appendice – appunto – per la vergognosa vicenda degli “straordinari d’oro” alla modica tariffa di 60 euro (!) ogni 60 minuti. 

E se il sistema di tracciamento salta è chiaro che non c’è più contenimento della pandemia. Cosenza, naturalmente, non solo non fa eccezione rispetto al resto d’Italia ma è avanti anni luce rispetto alle retribuzioni a fronte di un impegno praticamente nullo da parte di chi è stato messo a capo della “lotta” al virus. 

Un vecchio adagio ci dice che il pesce puzza dalla testa. E se le responsabilità principali sono in capo alla commissaria che viene dal Nord, non c’è dubbio che subito sotto di lei c’è la fantasmagorica task force anti Covid capeggiata da Mario Marino.

Il primo pensiero del capo della task force anti Covid è stato quello di crearsi una “squadra” di elementi fidati. Gli incarichi Marino li ha dati sempre con il manuale Cencelli, da buon ex democristiano della Cisl. Il suo braccio destro è un tale che si chiama Sisto Milito, al quale affida la direzione delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), quelle che devono “scovare” gli asintomatici e tracciare i contatti.

L’altro incarico di prestigio, quello di direttore della Centrale Operativa Territoriale, lo affida invece a Vincenzo Gaudio mentre nel settore amministrativo la “favorita” è una certa Valentina Battendieri, sindacalista dell’Ugl.

E poi c’è Amalia De Luca, epidemiologa Asp ed in quanto tale assegnata al Servizio di Epidemiologia fin da quando a dirigerlo c’era Franco Sconza (fratello di Lucio, vecchia eminenza grigia della sanità massomafiosa cosentina). La De Luca fa anche parte della task force regionale anti Covid con quel “galantuomo” di Antonio Belcastro, l’uomo che ha fatto un “buco” di 100 milioni alla Fondazione Campanella di Catanzaro e che faceva ricerca con i “topini”. Un nome, una garanzia… Ovviamente, ci sono anche altri soggetti particolarmente privilegiati che rastrellano tutto il possibile (basta guardare gli importi).

Piazzati i soggetti giusti al posto giusto, Mario Marino inizia la sua seconda “missione” ovvero quella di rastrellare più soldi possibile per se e per i suoi amici. Proprio a marzo, in pieno caos pandemico, all’Asp ricordano perfettamente che ci fu una mezza rivolta capeggiata proprio da Marino contro il direttore amministrativo lasciato da Zuccatelli, tale Grippa, che non voleva pagare gli “straordinari” che chiedeva il capo della task force con la pazzesca tariffa di 60 euro ad ora. Era lui il direttore pro tempore dell’Asp dopo le dimissioni di Zuccatelli e Marino minacciò di bloccare tutto il personale. Ma il 25 maggio 2020 ecco che arriva la delibera contestata dall’ex direttore amministrativo Grippa, che poi però aveva ceduto alla volontà del suo superiore (allora era Zuccatelli…) e del capo della task force anti Covid Mario Marino. Nella tabella vengono indicati i guadagni netti dei medici, che ammontano a 373mila euro (già liquidati per quanto ne sappiamo).

Successivamente, per i mesi di giugno, luglio e agosto (quando l’ospedale era vuoto e c’era un solo paziente in assistenza domiciliare!) il dottore Mario Marino ha chiesto 219mila euro, con l’indicazione di un monte ore di straordinari assurdo, visto che la pandemia si era praticamente fermata. E a seguire c’è anche la tabella già preparata per i mesi di settembre e ottobre, altri 208mila euro della Madonna, che aggiunti ai 373mila euro di marzo, aprile e maggio e ai 219mila euro di giugno, luglio e agosto fanno appunto oltre 700mila euro.

Le Fiamme Gialle sono entrate in azione nella sede dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza prendendo tutti i fascicoli, la corrispondenza ed i prospetti relativi alle somme versate ai singoli medici, infermieri e dipendenti amministrativi. Sugli emolumenti assegnati ai componenti del gruppo di lavoro, costituito da uomini e donne reclutati nelle strutture che si occupano di Igiene Pubblica, Epidemiologia e Medicina legale il deputato del M5s Francesco Sapia ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Speranza e a quello dell’Economia Gualtieri per capire se i dirigenti medici cosentini che si sono accreditati oltre 700mila euro di straordinari sono “eroi” come vorrebbero farci credere o semplicemente furbetti come pensano in molti. Allo stato attuale per quanto se ne sa i medici avrebbero incassato gli “straordinari” di marzo, aprile e maggio ma non ancora quelli da giugno ad ottobre. L’intervento del porto delle nebbie dovrebbe provocare il fatidico blocco della liquidazione. O no?