San Giovanni in Fiore, la feroce ironia sulla sindaca: “Rosaria Succurro intitola il Palazzo di Città al marito!”

Quello che vedete nella fotografia che campeggia sotto il titolo è il post dedicato oggi da Leo Morabito alla sindaca di San Giovanni in Fiore. Si tratta della feroce ironia dello Spinoza della Sila (per qualche anno anche tra gli autori de Le Iene), che da anni “delizia” i sangiovannesi con i suoi post rapidi e pungenti, contro Rosaria Succurro, che in violazione di ogni norma, ha deciso di intitolare la sala consiliare di San Giovanni in Fiore a Jole Santelli. La decisione ha scatenato l’ironia dei social, come il post di Leo Morabito appunto, che recita testualmente: “Rosaria Succurro intitola il Palazzo di Città al marito”. Con tanto di immediato commento al vetriolo: “ah, quindi al sindaco…”. Eh sì, perché a San Giovanni in Fiore nessuno – ma proprio nessuno – riesce a digerire il fatto che il marito della sindaca, Marco Ambrogio, continui a stazionare tutti i giorni nella stanza della moglie o del presidente del consiglio comunale nonostante denunce al prefetto e contestazioni dello stesso Consiglio.

Su Facebook, intanto, la Succurro ne esce a pezzi. Tutti a fare una domanda stringente: “ma cosa c’entra la Santelli con la storia di San Giovanni in Fiore?“. Centinaia i post in tal senso, ma la sindaca (e tuttora assessore di Cosenza) tace, non spiega, non sa cosa dire. Parlerà il marito? Farà lui il discorso di Capodanno alla città? Si chiedono tra il serio e il faceto i sangiovannesi.
Intanto il Pd organizza un sit-in per domani alle 17 davanti al Palazzo comunale e ricorre al prefetto contro l’intitolazione della sala consiliare alla Santelli (non al sindaco-ombra, per il momento…). E la tragedia, come sempre quando si ripete più volte, diventa farsa.