Il porto delle nebbie ha deciso di attenzionare (ovviamente soltanto per far abboccare i caggi e non certo per una reale intenzione di fare chiarezza) la vicenda degli straordinari d’oro all’Asp di Cosenza per l’emergenza virus.
La prova provata che si trattava solo di una “finta” è arrivata il 6 maggio quando i dirigenti medici con tutta tranquillità hanno incassato la delibera che consentirà loro di mettersi in tasca gli altri “soldini” (circa 245.000 euro per i mesi di settembre e ottobre 2020) di quella famosa genialata del commissario Zuccatelli che gli ha elargito quasi 1 milione di euro per non meglio specificati “straordinari”. Con il lasciapassare del porto delle nebbie, che naturalmente non solo non ha opposto “resistenza” ma è completamente complice e connivente, come in tutte le vicende di corruzione di questa sventurata città.
L’ennesimo macigno che si abbatte su una gestione ai confini della realtà. Oltre 700mila euro di straordinari o indennità aggiuntive: da qualsiasi parte la si guardi, sembra un’esagerazione bella e buona. Il caso investe in maniera particolare la task force anti Covid capeggiata da Mario Marino, direttore del Dipartimento di Prevenzione, che negli ultimi anni è riuscito ad arrivare al vertice della sua carriera con una serie di nomine fondamentali.
Ma chi è Mario Marino e come si corona la sua irresistibile ascesa all’Asp? Di sicuro è un “pezzo grosso” della massoneria, che all’interno dell’Asp di Cosenza – come disse addirittura un vecchio arnese del “sistema” ovvero Rosy Bindi ai tempi della sua presidenza all’Antimafia -, regna sovrana. Muove i primi passi da medico legale, quando ancora c’era la Democrazia Cristiana, ed è sindacalista della Cisl insieme a Fra’ Remigio Magnelli. Da direttore del Servizio Ispettivo di Medicina del Lavoro si dice che andava in giro sui cantieri “suggerendo” alle stesse ditte oggetto delle ispezioni le remunerative attività di consulenza di amici e parenti.

Ma spicca il volo quando si lega a Carletto Guccione alias il maialetto. E’ l’ex braccio destro di Nicola Adamo che lo lancia nei posti che contano. Prima l’Igiene Pubblica, poi addirittura la direzione del Dipartimento di Prevenzione, quello che sta sopra a tutte le Unità Operative, e poi quando si cerca un colletto bianco per dirigere la task force anti Covid, è quasi naturale che tocchi a lui, come naturale conseguenza della sua nomina alla Prevenzione. Con il placet del “compagno” Giuseppe Zuccatelli, che per qualche mese in piena pandemia è stato anche commissario all’Asp cosentina. Poi è davvero singolare che il consigliere regionale Guccione ciarli di irregolarità e di debiti all’Asp di Cosenza, persino sui media nazionali, quando invece è il primo sponsor e il padrino politico di soggetti che non hanno nessun rispetto per la funzione della sanità. Ma non è certo una novità la politica clientelare e impresentabile del maialetto di cui sopra.

Il primo pensiero del capo della task force anti Covid è quello di crearsi una “squadra” di elementi fidati. Gli incarichi Marino li ha dati sempre con il manuale Cencelli, da buon ex democristiano della Cisl. Il suo braccio destro è un tale che si chiama Sisto Milito, al quale affida la direzione delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), quelle che devono “scovare” gli asintomatici e tracciare i contatti. Milito sovrintende a tutta l’organizzazione di queste unità e all’Asp giurano che non l’hanno mai visto prima: dicono che provenga dall’Annunziata, dove faceva l’oncologo. Anche la sua scalata lascia parecchie perplessità e da qualche giorno ormai, oltre a rilasciare interviste tragicomiche, è in pianta stabile – con tanto di compagna – in Direzione Generale, accanto alla Bettelini, quasi a simboleggiare il suo “potere”.
L’altro incarico di prestigio, quello di direttore della Centrale Operativa Territoriale, lo affida invece a Vincenzo Gaudio mentre nel settore amministrativo la “favorita” è una certa Valentina Battendieri, sindacalista dell’Ugl.
La sua “scommessa” invece è un certo Antonino Scavelli. E’ un semplice medico dello sport, eppure Marino lo ha nominato vice direttore del Dipartimento di Prevenzione: deve avere qualche qualità “nascosta”, altrimenti non si spiega… E poi c’è Amalia De Luca, epidemiologa Asp ed in quanto tale assegnata al Servizio di Epidemiologia fin da quando a dirigerlo c’era Franco Sconza (fratello di Lucio, vecchia eminenza grigia della sanità massomafiosa cosentina). La De Luca fa anche parte della task force regionale anti Covid con quel “galantuomo” di Antonio Belcastro, l’uomo che ha fatto un “buco” di 100 milioni alla Fondazione Campanella di Catanzaro e che faceva ricerca con i “topini”. Un nome, una garanzia… Vilmerio Gigli è il cavalier servente della dottoressa De Luca e anche lui viene cooptato nella “squadra” che piano piano diventa “cricca” e dove naturalmente c’è anche Antonio Scalzo, per gli amici Antonello, altro “pezzo da 90” del sistema massonico dell’Asp, direttore sanitario per tantissimi anni e adesso direttore della Medicina Legale al posto di Arcangelo Fonti.
Guardate le caselle delle ore di “straordinario”: il re dell’estate è Sisto Milito, che riesce nell’impresa di totalizzare 218 (!!!) ore lavorative in più e di mettersi in tasca qualcosa come 13mila 600 euro. Lo seguono a ruota il direttore della Centrale Operativa Gaudio e la signora Zingone, con 216 e 210 per importi complessivi di circa 12mila euro. Ognuno si può sbizzarrire a fare una “top ten” e magari sommare le magnifiche cifre estive a quelle di settembre e ottobre per fare un “totale”. A puro titolo di esempio: Milito, dopo i 13.600 euro estivi, vorrebbe mettersene in tasca altri 11.700. E così magari anche Gaudio, che arriva anche lui a circa 24mila euro mentre il “capo”, sì insomma il fratello Marino si accontenta di una “ventimila”. Ma vi rendete conto? Quanto agli altri, quelli che incassano di meno ma che comunque fanno la loro “porca” figura, è del tutto evidente che quei soldi sono stati messi in tabella anche per loro per evitare “fughe di notizie” ma in questo caso il giochino non è riuscito: le tabelle sono uscite. Lo stato dell’arte dice che gli straordinari di marzo, aprile e maggio sono già stati liquidati mentre non ci risulta che siano ancora andati in pagamento quelli da giugno ad ottobre. Ma con l’intervento del porto delle nebbie dovrebbe essere arrivato il fatidico blocco delle liquidazioni. O li dobbiamo arricchire ancora?