“Basso profilo”. Il braccio destro di Tallini, il finanziere corrotto e l’affare albanese

Il gruppo delinquenziale composto dal Gallo, dagli esponenti politici e dalle forze dell’ordine deviate è teso alla commissione di un programma delittuoso ben delineato. Le indagini hanno tratto spunto dai contatti captati tra il Gallo, Brutto Tommaso (notoriamente molto vicino a Mimmo Tallini e ai ras della malapolitica catanzarese) e Brutto Saverio e riferiti, tra l’altro, ad un progetto imprenditoriale avviato in Albania per il quale veniva coinvolto anche Ercole D’Alessandro (all’epoca in servizio presso il Goa della Guardia di Finanza di Catanzaro) al fine di trovare contatti ed entrature presso le pubbliche amministrazioni e le strutture politiche albanesi.

INCONTRO DEL 14 APRILE 2017 TRA TOMMASO BRUTTO ED ERCOLE D’ALESSANDRO

Gli interlocutori discutevano in merito ad una operazione della Dda di Catanzaro denominata “Eumenidi” e il Brutto manifestava il suo sentirsi rassicurato dalla presenza nell’affare del luogotenente.

D’ALESSANDRO: “Sono belle realtà: Romania, Albania, Montenegro, questi paesi qua li conosco tutti”.

BRUTTO: “Dopo che riusciamo qua, vorrebbe mettere piede anche in Polonia…”.

D’Alessandro dice che se uno apre un Brico in Albania fa molti affari basta che “ti metti la manipola, la caldarella… con quattro soldi tu là ti metti a vendere cose che lì non hanno…”.

BRUTTO: “Se ci sei tu, io mi sento più tranquillo, ti dico la verità”.

INCONTRO DEL 24 APRILE 2017

Nel corso della conversazione veniva fatto riferimento al Gallo e a come “fare affari” in Albania. “Tommaso Brutto ed Ercole D’Alessandro parlano di un’attività che terza persona vorrebbe intraprendere a Tirana, una rivendita subito, un magazzino. Ercole dice di caricare i container e basta che sono italiani… D’Alessandro chiede se ha detto (ad Antonio Gallo) dell’apertura del Brico e Brutto risponde che è d’accordo. Tommaso Brutto gli dice che gli deve dedicare lì almeno un giorno a loro…

INCONTRO DEL 26 APRILE 2017

Le conversazioni tra il luogotenente e il politico diventano sempre più confidenziali, arrivando il primo a discutere anche delle indagini in corso nei confronti del Gallo, e delineando le fondamenta del progetto imprenditoriale.

BRUTTO: “Allora, ho parlato di nuovo con Antonio Gallo, praticamente mi ha detto che ha fatto tutto ieri… Doveva vedere un po’ di cose, come rientra il sabato o la domenica ci incrociamo, ma pure alla casa mia per evitare di farci vedere a destra e a manca… Senza contatti non vai da nessuna parte, i contatti ci vogliono Ercolì… che tu apri senza contatti non fai niente… Mi ha dato un nominativo di un collega (tuo) che gli rompe il cazzo… Sai chi è? Si chiama Mari, Mari…”.

D’ALESSANDRO: “Riciclaggio? Cosa gli hanno dato? Mari è quello che sta a Sellia… (alludono al maresciallo Mari, ex comandante della Finanza a Sellia Marina che nel marzo 2015 ha denunciato Gallo e altre persone per reati fiscali legati alle fatture per operazioni inesistenti e altro)”.

BRUTTO: “Lui è un ragazzo pulito… che vuoi comunque qualche contatto ce l’ha (denunciato come imprenditore di riferimento della cosca Trapasso nell’operazione Borderland e controllato su strada in compagnia di Tommaso e Leonardo Trapasso)”.

D’ALESSANDRO: “Questo qua era in contatto con… i Trapasso”

In primis vi sono riferimenti diretti al coinvolgimento di Gallo nell’affare albanese anche alla luce dei suoi preziosi contatti. I due poi discutevano della figura del Gallo, facendo riferimento a “voci” sul suo coinvolgimento in affari illeciti giustificando il medesimo alla luce del fatto che sarebbe normale per un imprenditore avere contatti con gli ambienti della criminalità organizzata. Eclatante è poi il riferimento del militare alla cosca a cui il Gallo sarebbe risultato collegato a seguito delle indagini della Dda e cioè i Trapasso. Tale circostanza, invero, avrebbe dovuto ingenerare in un appartenente alle forze dell’ordine la ferma decisione di prendere le dovute distanze dal soggetto in questione, invece di entrarci in “affari”. Parimenti eclatante poi è quanto riferito dal Brutto allorquando siggeriva di incontrarsi presso la sua abitazione allo scopo di non essere visti in giro. Ebbene, tale accorgimento non può che essere inteso quale stratagemma che si decide di adottare proprio in considerazione della consapevolezza dell’illiceità degli affari in corso.