“Basso profilo”: gli agganci di Gallo con preti e prelati e la “confessione” di don Giovanni Scarpino

Non è certo la prima volta che trattiamo dei “panni sporchi” della chiesa catanzarese e a quanto pare finalmente iniziano ad arrivare ampi riscontri rispetto ai rapporti tra la chiesa e i colletti bianchi. Non ultimo quello delle clamorose dimissioni del vescovo Bertolone. Antonio Gallo alias il “principino”, figura-chiave del blitz di Gratteri, “Basso profilo”, del resto, aveva appoggi e amici anche fra preti e prelati.

A Don Giovanni Scarpino, ormai ex direttore della comunicazione della Conferenza episcopale calabrese, e Marcello Froiio, parroco di Vallefiorita, si rivolge in cerca di aiuto. E non certo spirituale. Teme che gli investigatori gli stiano con il fiato sul collo e cerca supporto e occhi, o meglio investigatori, indiscreti. Con don Scarpino il rapporto sembra consolidato, i due si vedono spesso a pranzo come in una gelateria a Roma.

È lì che Gallo si confessa. E il don subito lo rassicura raccontando un episodio che ha del tragicomico. “A questo qua – un sacerdote della diocesi di Catanzaro, don Nicola Rotundo – lo tartassavano…sono stati tre o quattro mesi là…chiusi…lui gli dava una stanzetta…quelli si chiudevano…no?…Lo abbiamo detto al Generale…il Vescovo…che era Ciliberti.. lo disse al Generale…vedi che questa è un’azienda perbene”. In realtà, si spiega nelle carte, l’imprenditore-sacerdote in questione – Rotundo Reti Sud – era imputato per scambio elettorale politico mafioso.Sentire che il prelato aveva interessato un vescovo perché interpellasse un generale della Guardia di Finanza per intervenire sulla pattuglia – annotano gli investigatori – lascia quanto meno sbigottiti. Come sbigottiti lascia la facilità con cui gli indagati potevano avvicinare altri ufficiali della Gdf, da interpellare all’evenienza”.

Ma chi è questo sacerdote-imprenditore così influente da determinare l’intervento dell’ormai defunto (è morto nel 2017) vescovo di Catanzaro Ciliberti al Generale della Guardia di Finanza? Don Nicola Rotundo è un sacerdote della Diocesi di Catanzaro-Squillace, ha conseguito il Dottorato in Teologia Morale presso l’Accademia Alfonsiana in Roma ed è attualmente Docente Associato nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione S. Tommaso d’Aquino in Napoli e presso l’Istituto Teologico Calabro in Catanzaro.

Nicola Rotundo

Ma don Nicola Rotundo non si limita a questo e risulta anche membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Betania di Catanzaro e soprattutto responsabile import-export della Reti Sud srl. E qui qualcosa non deve avere funzionato se la Finanza si è interessata del sacerdote, che era finito in una storia assai pesante. Ma oggi sappiamo che qualcuno molto in alto aveva perorato la sua causa.