AGI – “Sono un calabrese vero e un servitore dello Stato”. Antonio Catricalà, trovato morto ieri nella sua abitazione nel quartiere Parioli di Roma, era nato a Catanzaro il 7 febbraio 1952. La famiglia è originaria di Chiaravalle Centrale, comune dell’entroterra, trasferita a Catanzaro. Proprio nel capoluogo calabrese, Catricalà aveva incontrato la moglie, dalla quale ha avuto due figlie.
A Catanzaro Catricalà ha vissuto la sua giovinezza, frequentando il liceo classico “Pasquale Galluppi”, prima di spostarsi a Roma, dove si è laureato a 22 anni, con 110 e lode, in giurisprudenza all’Università “La Sapienza”.
Catricalà tornava spesso in Calabria, una terra a cui era rimasto profondamente legato. La gran parte delle sue visite erano dedicate alla madre che ha vissuto a Catanzaro sino alla morte, avvenuta pochi anni fa, ma in tanti ricordano anche la sua presenza a Chiaravalle Centrale, comune di cui da diversi anni è cittadino onorario.
In Calabria vivono ancora alcuni suoi congiunti che hanno appreso la tragica notizia, chiudendosi in un dolore composto.
Tra coloro che lo hanno conosciuto, il ricordo commosso di Giuseppe Soluri, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria e direttore del “Giornale di Calabria” e di “Rtc”, che ha frequentato il liceo insieme a Catricalà ed è stato suo compagno di banco. Soluri, particolarmente colpito dalla notizia, ha raccontato all’Agi di “un ragazzo intelligente e intraprendente, che amava giocare a pallavolo e che ha sempre dimostrato doti straordinarie e grandi capacità”.
Catricalà, attuale presidente della società Aeroporti di Roma, “aveva un grande legame con la sua città d’origine”, ricorda il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo. “Lo conoscevo fin dall’infanzia – sottolinea – e posso dire che oggi ho perso un amico. Sono profondamente dispiaciuto e addolorato per la sua scomparsa. La notizia mi ha lasciato di stucco, perché oggi ho perso un amico, una persona che conoscevo fin dall’infanzia, un catanzarese ancora legatissimo alla sua città, sempre sincero, affabile, attento e disposto al confronto”.
Accennando ai tanti importanti incarichi ricoperti nel corso di una carriera pubblica “importantissima e autorevole, da viceministro, garante dell’Antitrust e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri”, Abramo ha sottolineato che Catricalà è stato una figura che “ha onorato e riempito d’orgoglio la sua città e la Calabria. Alla famiglia rivolgo, anche a nome di tutta l’amministrazione comunale, il più sentito e commosso cordoglio”.

Secondo il consigliere regionale Francesco Pitaro “l’Italia perde un eminente giurista che nella sua poliedrica attività ha sempre privilegiato l’interesse pubblico e la città di Catanzaro uno dei suoi figli più illustrii. La notizia della sua morte ha colto tutti di sorpresa. E in particolare i tantissimi calabresi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo e che in lui (avvocato cassazionista, magistrato del Consiglio di Stato, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con funzioni di segretario durante il Governo Monti, viceministro allo Sviluppo Economico durante il Governo Letta con delega alle comunicazioni, Presidente dell’AGCOM e molto altro ancora) riconoscevano un limpido esempio da additare alle nuove generazioni. In tanti ricordiamo il suo invito ai calabresi ‘ad avere fiducia in sé stessi, a credere nelle loro possibilità e ad osare’. Nel porgere le più sentite condoglianze alla sua famiglia – conclude Pitaro – mi piace ricordare un passaggio di uno dei suoi interventi: ‘Occorre ristabilire in Italia le condizioni affinché ciascuno possa mettersi in gioco e rischiare le proprie chance di successo’. Sono certo che il Paese e la sua Catanzaro individueranno il modo migliore per onorare la sua memoria”.
E sarà lutto cittadino a Chiaravalle Centrale, nel Catanzarese, nel giorno dei funerali. Lo ha deciso il sindaco, Domenico Donato, in sintonia con la giunta comunale. L’avvocato Catricalà era, dal 2005, cittadino onorario di Chiaravalle, paese nel quale affondava le sue radici familiari. A Chiaravalle erano nati il nonno Toni, sindacalista antifascista mandato al confino da Mussolini, e il papà Celestino, avvocato del Foro catanzarese. A Chiaravalle vivono, ancora oggi, cugini e parenti dell’ex magistrato che solo pochi giorni fa aveva compiuto 69 anni. La notizia della morte ha provocato reazioni di dolore e profondo cordoglio nel centro delle Preserre. “Una tragedia” ha sottolineato, commosso, il sindaco Donato, nel rivolgere il proprio pensiero “all’uomo, al politico, all’esemplare servitore dello Stato”.