di Saverio Di Giorno
De Magistris e Tansi provano a parlare di orizzonte e di ideali. Non hanno capito che la strada che dovranno percorrere per arrivarci è piena di buche, di mancanze, di bisogni. Un acciottolato duro e scivoloso nel quale loro, nei loro percorsi, ci si sono sbucciati le ginocchia, ma chiedere di fare questo alla gente per seguirli sarà molto più difficile. Gli avvenimenti che in questi giorni si sono susseguiti in provincia di Cosenza sembrano proprio dire ai cittadini: “Guardate che siete soli, in balia di una firma!” E nonostante riunioni e belle intenzioni, nessuno pare muoversi nella direzione della risoluzione.
D’altra parte, perché dovrebbero? Le elezioni sono vicine e perché risolvere un problema se questo può essere prolungato e usato come mezzo di scambio. A voler forzare la mano, viene anche da pensare che in prossimità delle elezioni emergano questioni e saltino fuori carte tanto per aumentare la pressione di problemi che, in realtà, si trascinano silenti e uguali nel tempo. Gli aruspici guardavano i segni nel cielo per capire cosa stesse accadendo, da noi i segnali provengono da altre parti. Ecco allora un breve elenco, un memorandum. Tanto per ricordare anche come si possono prendere voti in Calabria. Come sicuramente è stato fatto in questi anni.
L’ospedale di Scalea
Della vicenda ce ne eravamo già occupati. All’improvviso, l’Asp si sveglia dicendo che la struttura è troppo decadente per continuare ad operare e spara una cifra per i lavori di adeguamento strutturale che lascia non poche perplessità. I sindaci del comprensorio si riuniscono, il commissario La Regina si adopera. Riunioni che parlano di soluzione vicina che dovrebbe lasciare i servizi, ma arrivano anche segnali opposti. Conferme definitive? Ancora no. Nel frattempo, i genitori che si appoggiano al servizio di neuropsichiatria infantile sono impauriti. Dove andranno a finire?
Gli ospedali di Praia e Trebisacce
È assurdo. Se uno guardasse questa vicenda senza sapere altro, potrebbe non capire in che anno ci troviamo. Da anni si protrae il problema dell’ospedale di Praia che continua ad essere ridefinito, declassato e maltrattato in barba alle sentenze del TAR. Un problema che si ripresenta periodicamente e con cadenze sempre molto particolari. Il neo (oramai non più neo) commissario Longo aveva emanato un decreto nel quale gli ospedali di Praia e Trebisacce venivano considerati Case della Salute. Poi, visto il polverone, fa un passo indietro, aggiungendo una nota in fondo alla pagina. Gli ospedali, però, restano nella casella Casa della Salute. Il motivo? Sempre i soldi.
Consorzi
Queste sono altre realtà e dinamiche che in tempi di voti tornano sempre utile. Il caso del Consorzio del Cedro del quale si era già discusso. Consorzio in fallimento, ma che ha ingoiato milioni di investimenti. Il racconto aveva scatenato l’ira della direzione la quale ha risposto puntualizzando su alcuni punti. Nel frattempo però nessun controllo né miglioramento almeno per ora. L’assessore Gallo però va in giro a sponsorizzare. Questo è solo uno degli esempi. SI potrebbe parlare di decine di altri consorzi e unioni anche peggiori serviti solo da uffici di collocamento e corsie preferenziali.
Fondi
Sulla costa sono arrivati e stanno arrivando a pioggia molti milioni. Adeguamento idrogeologico, opere pubbliche ecc. Da varie fonti: statali, regionali, europei. Un rubinetto anche questo che spesso si è aperto e chiuso a convenienza e che è servito a garantirsi fedeltà dei sindaci. Cosa a sé, che andrebbe approfondita: i fondi ai ristori e altri che arriveranno… c’è da tenere gli occhi ben aperti. La minoranza nel comune di Praia ha chiesto chiarimento su oltre 1milione di euro incassato dall’ente, ma non usato per gli aiuti alle attività. Quanti comuni sono in una situazione simile? O quanti sindaci potranno agire con tanta libertà? Non sarebbe neanche una novità che solo qualche attività (ristoranti, alberghi, strutture) sono aiutate o non pagano, mentre altre vengono subissate e devono chiedere aiuto … e chissà cedere voti.
Quanto si potrebbe andare avanti? Decisamente troppo. Chiunque voglia scalfire questo sistema deve confrontarsi con queste storie e questi bisogni. Se la speranza può aiutare a fare una scommessa sul proprio futuro, il bisogno ha la meglio se la scommessa riguarda quella di un figlio o di un genitore malato. Per essere credibili bisogna essere chiari: per risolvere questi problemi ci vorrà del tempo, ci vorrà impegno. E questo lo sanno tutti. Ma la salute ha un orologio che corre molto più veloce. Questa velocità la garantiscono solo le telefonate, le conoscenze, i favori senza per forza voglie corruttive (talvolta non ce n’è nemmeno bisogno viste le urgenze). Sono le uniche cose che corrono veloci, le altre rispose viaggiano lente, appesantite di burocrazia e colpe, come viaggiavano lenti i muli appesantiti da carichi sui vecchi tratturi calabresi.
Ma non si tratta solo di bisogno e speranza. A volte, la disperazione di chi non ha nulla da perdere può comunque funzionare. Si tratta di scalfire il sistema trasversale che mette a sua difesa sempre le solite vedette, sempre i soliti difensori anziani (e non per forza per età), abbarbicati, pieni di amicizie e legami. Che si regge e protegge a vicenda. Un esempio? Ecco chi compare tra gli avvocati difensori della clinica Cascini. La clinica di cui è azionista il sindaco di Belvedere è finita sulle tv nazionali in merito alla questione della “cartolarizzazione dei crediti”. L’avvocato Mannarino, lo stesso avvocato del comune di Scalea, ma anche dell’ex sindaco Mario Russo, arrestato di recente. Secondo alcune voci non confermate, sarebbe anche uno dei possibili nomi della destra alle prossime elezioni. Un valente avvocato, vicino ad ex pm della zona poi fatti trasferire, che può ovviamente scegliersi i clienti che vuole. Ma un cittadino che vuole difendersi da soprusi avrà a disposizione tanta difesa? Tanti contatti?
Ma è solo un esempio: un altro potrebbe essere quello dei professionisti e curatori fallimentari coinvolti nelle vicende riguardanti l’ex clinica Tricarico che si ritrovano nelle cliniche provate ioniche. Anche di questo si è già discusso.
Intanto, mentre quelle vicende emergono a cadenza periodica e nessuno riesce a trovare una soluzione, i soliti noti ingrossano le loro file accogliendo tutti coloro i quali sono stati privati di altri luoghi. Non è questione di mancanza di volontà e nemmeno di scusanti. Semplicemente la strada è dura e per poterla percorrere occorre una salute di ferro. Se quella manca, mancano anche le forze per tutto questo. Ma siamo sicuri che questo De Magistris e Tansi lo sanno.