A proposito della targa della “Grande Bagnante” (di Andrea Bennardo)

Mi chiamo Andrea Bennardo, sono nato a Cosenza, ma da quasi nove anni vivo a Milano. Certamente a molti di voi il mio nome risulta sconosciuto, e lo è ancor di più se ad esso cerchereste di associare un volto, ma posso garantirvi che è sotto gli occhi di tutti e che da qualche settimana è diventato parte integrante della città! Si proprio così!

Basta, infatti, ricordare l’articolo pubblicato dal sito di informazione locale Iacchitè.com intitolato “Rimettere al suo posto la targa della grande bagnante” ed osservare con attenzione la foto della targa della scultura “La Grande Bagnante N.2”, che presenta così l’ opera del maestro siciliano Emilio Greco (vincitore del Gran Premio di Scultura della XXVIII Biennale di Venezia del 1956), su cui è scritto:

http://www.iacchite.com/rimettete-al-suo-posto-la-targa-della-grande-bagnante/

EMILIO GRECO

(Catania 1913-Roma 1995)

LA GRANDE BAGNANTE N. 2 1957, BRONZO

DONAZIONE C. BILOTTI

Fin qui nulla di strano, se non per il fatto che in basso a destra compare un’altra dicitura:

ANDREA BENNARDO

benna1

Si proprio così, il mio nome, e sapete perché? Perché quella targa l’ho fatta stampare io, e non il Comune come credeva sia il sito sia la stessa amministrazione comunale che, sollecitata dall’articolo, ha provveduto immediatamente a farla attaccare alla base del scultura del MAB.

Il mio gesto mirava principalmente a fornire all’osservatore le informazioni basilari su ciò che stava osservando senza trascurare né chi aveva reso possibile questo, cioè il donatore Carlo Bilotti, e né chi ha avuto il merito di valorizzare la scultura, cioè Andrea Bennardo.

Gli studi fatti presso l’Accademia di Belle Arti di Brera mi hanno insegnato come valorizzare e far comunicare con noi quei Beni che vengono definiti “Culturali”, ma al di la degli studi, la vera ragione che mi spinge a prendere coscienza di tutto quello che mi circonda è il mio sguardo meravigliato, che ogni giorno mi accompagna da quando mi sveglio fino a quando non mi addormento (e sono sicuro che anche nelle ore di sonno, esso indaga nel mio Io).

Mi considero un artista poiché sento la necessità di esprimere le mie sensazioni, e che esse si manifestino in un colore, nell’argilla o in una targa poco importa; quello che conta veramente è che si distacchino da me per poter vivere nelle considerazioni e nei gesti degli altri.

“La Targa” dunque, diventa un mezzo per informare ed avvicinare a quello che ci circonda, ma anche per ammonire la distrazione di chi è poco attento alla corretta valorizzazione dei beni artistici e culturali.

Nell’articolo di Iacchitè, tuttavia, “La Targa” è elevata a vera e propria opera d’arte, poiché in esso acquisisce un’autonomia rispetto alla scultura, dalla quale si distacca sia metaforicamente che fisicamente, grazie anche alla sua mobilità.

Pertanto, credo che, in quanto opera d’arte, anche “La targa” meriti la sua targa. Chiedo al Commissario prefettizio di valutare la mia proposta, evidenziando che nel caso siano favorevoli, io ne ho già una pronta.

Tengo a precisare, inoltre, che il mio gesto non è stato in nessun modo invasivo sia verso la scultura e sia verso la base, poiché “La Targa” è stata soltanto adagiata sulla base della Grande Bagnante e condanno categoricamente ogni gesto che potrebbe risultare tale. “La Targa” possedeva si due viti arrugginite, ma erano state private del perno e la loro funzione era quella di creare un effetto di verosimiglianza, e visto le conseguenze devo dire che hanno provveduto in pieno al loro compito! Ma poi mi spiegate com’ è possibile fissare un qualcosa con delle viti senza che il supporto presenti dei fori? La magia dell’Arte!

Infine, devo far notare che la collocazione de ” La Targa” è poco visibile, in quanto posta in basso. Infatti, è vero che la Cultura va coltivata sin da bambini, ma è altrettanto vero che essa deve far parte di noi per tutta la vita.

Andrea Bennardo