Niente zone gialle: fino al 30 aprile saranno confermate le misure ad oggi in vigore che prevedono solo zone arancioni e rosse. È questo l’orientamento che emerge al termine della cabina di regia Covid sul nuovo decreto. Il vertice con il premier Mario Draghi è durato poco meno di un’ora: le misure decise dovrebbero durare fino a fine mese e l’unica novità prevista riguarda, dopo Pasqua, il ritorno in classe fino alla prima media anche in zona rossa. Per il resto è stata scelta la conferma di tutte le restrizioni.
Consiglio europeo, vaccini e “la riapertura della scuola fino alla prima media anche in zona rossa”. Tre i temi principali su cui il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incentrato la conferenza stampa di oggi: il primo per fare il punto al termine del vertice europeo che si è svolto in questi giorni in cui è intervenuto anche il presidente americano, Joe Biden. E gli altri due, vaccini e scuole, che animano il Paese in questo periodo e al centro della cabina di regia che si è svolta in mattinata in vista del nuovo decreto sulle misure anti-Covid. “La situazione rimane molto preoccupante. Avevamo deciso che se ci fosse stato uno spazio, lo avremmo utilizzato per la scuola fino alla prima media. Aprire ulteriormente aumentà il numero e le forme di contagio”, ha osservato il capo del governo rispondendo anche alle critiche mosse da Matteo Salvini a favore delle riaperture.
I vaccini: dall’export alle sanzioni per i sanitari
“Prima l’unico requisito che autorizzasse a bloccare l’esportazione dei vaccini era che in passato non ci fosse stato il rispetto dei contratti – ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi – Siamo stati gli unici a bloccare l’export dei vaccini. Ora la Commissione Ue allarga la rete entro cui possono cadere le società che esportano. La Commissione Ue allarga i criteri. Il criterio enunciato dalla commissione è in parte una modifica del criterio precedente. Prima l’unico requisito per lo stop all’export di un certo vaccino era il non rispetto del contratto da parte di una società. Ieri la commissione ha allargato il criterio introducendo le parole proporzionalità e reciprocità. Conta anche cosa fa il Paese verso cui un vaccino è diretto, ovvero se consente o meno le esportazioni. La proporzionalità e un criterio più sottile, riguarda la spedizione di vaccini verso un Paese che ha una percentuale già alta di vaccinati”.
Sul vaccino russo Sputnik, Draghi ha precisato che “non si prevede che l’Ema si pronunci” prima di tre o quattro mesi. “Non c” ancora domanda effettuata a Ema”, ha detto il premier. “Starei attento a fare contratti” su Sputnik “perché ieri la presidente della commissione ha messo in luce come, da un’indagine fatta dalla commissione parlando col fondo d’investimento russo, possono produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il resto all’estero. È vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e all’Ema non è stata ancora presentata formale domanda su questo ma sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l’Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell’anno. C’è in gioco la salute, la vita e la morte, bisogna cercare il coordinamento europeo e se non si vede la soluzione bisogna cercare altre strade. Io però starei attento a fare certi contratti”, ha ripetuto Draghi.
Linea dura poi sugli operatori sanitari che hanno rifiutato il vaccino. “Il governo intende intervenire: non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento a riguardo”, ha commentato il premier. E il ministro della Salute, Roberto Speranza: quella sugli operatori sanitari non vaccinati “è una norma a nostro vaglio ma riconosciamo che l’adesione del personale sanitario è stata molto ampia, è la stragrande maggioranza e ha dato il buon esempio. C’è un pezzetto molto minimale, che stiamo quantificando, sul quale valutiamo un intervento con una norma”.
Per Draghi, il criterio dell’età è fondamentale. “Quello che ho detto in Parlamento alle Regioni era una reazione spontanea davanti alle differenze tra le varie regioni. La Costituzione attribuisce al governo centrale competenze in caso di pandemia. Il mio richiamo era anche un appello a collaborare, il richiamo era inteso a dire che bisogna vaccinare i fragili e gli ottantenni e poi andare in ordine di età, ho anche detto che il criterio dell’età deve tornare a essere prioritario. Perchè si vedono categorie che sono state vaccinate prima e non si capisce perché siano più esposte degli ultraottenni che poi sono i nonni che stanno con i nitpoti”, ha precisato l’ex presidente della Bce.
Scuole e riaperture
Il premier Draghi è chiaro: aprire ulteriormente aumenta i contagi. E ha confermato la riapertura delle scuole dalla prossima settimana “fino alla prima media”. Una notizia attesa da molte famiglie dopo la chiusura di due settimane per le Regioni in zona rossa. Poi la novità, già anticipata ieri: la possibilità di fare tamponi agli studenti. “In alcuni casi sarà possibile fare dei test anti-Covid. Il ministro dell’Istruzione Bianchi sta lavorando affinché la riapertura avvenga in maniera ordinata. Aprire ulteriormente aumenta le forme di contagio. La scuola fino alla prima media non è fonte di contagio, in misura limitata”, ha osservato.