Covid, la Calabria entra nello scenario 3. Rt a 1.37: da lunedì zona rossa

Tredici Regioni hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, una Regione (Valle d’Aosta) ha un Rt con il limite inferiore maggiore di 1,5 compatibile con uno scenario di tipo 4. La Calabria ha un Rt con il limite inferiore maggiore di 1,25 (1,37), compatibile con uno scenario di tipo 3. È quanto emerge dalla bozza del rapporto settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità. 

La Calabria, quindi, da lunedì 29 marzo, torna in zona rossa. Un colore che non “vestiva” dal novembre dello scorso anno, frutto di un peggioramento dei dati. L’indice Rt puntuale, dal monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, al 24 marzo 2021, e relativo alla settimana 15 marzo – 21 marzo 2021, è risultato di 1,37, praticamente lo stesso di una settimana fa, con il limite inferiore maggiore di 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Ma oltre all’Rt sono peggiorati i dati settimanali dei contagi.

In costante crescita i ricoveri. Quelli in area medica hanno registrato 9 nuovi ingressi (340) con un tasso di occupazione dei posti letto del 37% (+1%) sempre più vicino al tasso di saturazione fissato al 40%. In terapia intensiva si registra un nuovo ingresso (35) con il tasso al 23%, sotto la soglia del 30%

Otto Regioni hanno invece un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.

Si osserva un miglioramento complessivo del rischio, sebbene complessivamente ancora alto. Così nel report settimanale della Cabina di Regia l’Iss analizza la situazione delle Regioni italiane. Cinque di queste (Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Piemonte, Puglia e Toscana) «hanno un livello di rischio alto secondo il DM del 30 aprile 2020». «Tredici Regioni/Province autonome hanno una classificazione di rischio moderato (di cui dieci ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) – si legge nel report – e tre hanno una classificazione di rischio basso (Basilicata, Campania, e la Provincia Autonoma di Bolzano)».

Rt a 1.37 in Calabria. Il secondo più alto in Italia

Sono 13 le Regioni in cui si registra un Rt sopra 1, il valore più alto in Valle d’Aosta a 1,75; il più basso nella provincia autonoma di Bolzano a 0,78. Sono i valori indicati nel Monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, al 24 marzo 2021, e relativi alla settimana 15 marzo – 21 marzo 2021. Oltre alla Valle d’Aosta, l’Rt più alto si registra in Calabria (1,37) Veneto e Friuli Venezia Giulia (entrambe a 1,23). Sotto il valore soglia di 1, oltre alla PA di Bolzano, ci sono Abruzzo (0,87), Basilicata (0,95), Umbria (0,97), Emilia Romagna (0,98),
Lazio e Sicilia (entrambe a 0,99). La Liguria ha un Rt a 1.

Ecco la lista delle Regioni e del relativo Rt puntuale:
Abruzzo 0,87
Basilicata 0,95
Calabria 1,37
Campania 1,05
Emilia Romagna 0,98
FVG 1,23
Lazio 0,99
Liguria 1
Lombardia 1,08
Marche 1,15
Molise 1,17
Piemonte 1,17
PA Bolzano 0,78
PA Trento 1,02
Puglia 1,17
Sardegna 1,03
Sicilia 0,99
Toscana 1,1
Umbria 0,97
Valle d’Aosta 1,75
Veneto 1,23

Lo scenario 3

Lo scenario 3 riguarda valori di Rt regionali “prevalentemente e significativamente compresi tra Rt=1,25 e Rt=1,5 (ovvero con stime IC 95% di Rt comprese tra 1,25 e 1,5), e in cui si riesca a limitare solo modestamente il potenziale di trasmissione di SARS-CoV-2 con misure di contenimento/mitigazione ordinarie e straordinarie”.

Si evidenzia che un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità “dovrebbe essere caratterizzata da una più rapida crescita dell’incidenza di casi rispetto allo scenario 2, mancata capacità di tenere traccia delle catene di trasmissione e iniziali segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali in seguito all’aumento di casi ad elevata gravità clinica (con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri – area critica e non critica) riconducibile ad un livello di rischio elevato o molto elevato in base al sistema di monitoraggio rilevato ai sensi del DM Salute del 30 aprile 2020. La crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 2-3 mesi”.