Cosenza, sanità venduta. Le cliniche dei Morrone da Citrigno a iGreco, protagonisti e retroscena

In queste settimane è riesplosa la vecchia faida tra due dei boss più repellenti della sanità privata calabrese, a capo di due gruppi che macinano e riciclano centinaia e centinaia di milioni lucrando sulla salute della gente. Parliamo di Pietro Citrigno e Saverio Greco, che adesso si contendono il grande business della cardiochirurgia. E poiché siamo stati testimoni – e anche diretti nostro malgrado – di queste “guerre di potere” le passiamo in rassegna, anche per farvi capire in che mondo viviamo. Oggi ci occupiamo della cessione delle cliniche del gruppo che fa capo a Ennio Morrone, acquisite da iGreco dopo un lungo braccio di ferro con iCtrigno… 

Avevamo atteso qualche giorno prima di commentare l’esito della clamorosa trattativa – ad aprile 2021 – tra i maggiori boss della sanità privata calabrese e cosentina in particolare, che rispondono ai nomi di Saverio Greco, Pietro Citrigno ed Ennio Morrone. Lo avevamo fatto per conoscere meglio i dettagli della cessione e alla fine avevamo delineato i contorni di una vicenda squallida e in perfetta linea con lo “stile” dei protagonisti.

Citrigno, stando alle voci sempre più insistenti negli ambienti della politica e della sanità cosentina, era sul punto di acquisire le cliniche del cosiddetto Gruppo San Bartolo di proprietà della famiglia Morrone ovvero la Misasi di piazza Crispi a Cosenza e la San Bartolo di Mendicino. Ma improvvisamente nella trattativa tra Citrigno e Morrone è spuntato Saverio Greco insieme ai suoi fratelli, titolari dell’impero delle cliniche iGreco (Madonna della Catena, La Madonnina e Sacro Cuore nel territorio della città di Cosenza). E alla fine i diretti interessati, Morrone e Greco, hanno dato l’annuncio dell’avvenuta cessione. Una cessione che, come consuetudine per questi faccendieri, era piena di lati oscuri che puntualmente sono stati ignorati dalla magistratura complice e corrotta del porto delle nebbie che ben conosciamo…

Noi siamo venuti a conoscenza della trattativa in prima battuta dai dipendenti delle cliniche di Morrone, giustamente allarmati dalla vicenda. Al culmine dei soliti e quasi patologici ritardi nel pagamento degli stipendi, hanno appurato che stavolta non pagavano, nonostante fossero in regime di concordato, perché stavano vendendo a Citrigno e poi a iGreco. Con 9 milioni di euro di debiti e tante cause dei dipendenti.

I Morrone ovviamente stavano vendendo la società San Bartolo e le due cliniche senza avvisare i dipendenti e non pagavano gli stipendi perché non volevano far sapere al soggetto acquirente tutte le cause in corso, che fino alla fine avrebbero potuto condizionare negativamente la trattativa. L’esigenza più impellente di Ennio Morrone, del fratello andrologo (ormai sempre più impelagato in queste vicende) e dei suoi figli era quella di prendersi i soldi per estinguere il concordato e uscire “puliti” da tutto ‘sto casino.

Ma perché tutta questa fretta? Il tempo stringeva perché i Morrone nella gestione delle due cliniche erano con l’acqua alla gola. Oltre ai 9 milioni di debiti e alle cause in corso dei dipendenti, non stavano ottemperando a quanto previsto nel concordato con il Tribunale e perciò rischiavano (e avrebbero rischiato ancora se fossimo in una situazione di diritto) concretamente il fallimento. I dipendenti avanzavano una una tantum di 1000 euro da contratto Aiop e tre mensilità per il rinnovo contrattuale ma soprattutto 5 anni di contratti di prossimità, che sono un sacco di soldi e per i quali sono aperti contenziosi a volontà. In estrema sintesi: i Morrone sono scappati a gambe levate dopo aver fatto nove milioni di debiti e “massacrato” i malcapitati dipendenti. E in tutto questo, come fanno notare giustamente i dipendenti, i commissari che avrebbero dovuto vigilare sul rispetto del concordato da parte dei Morrone, hanno fatto finta di niente e si sono voltati dall’altra parte, con la “benedizione” della solita procura di Cosenza, che non a caso è il porto delle nebbie per eccellenza. E’ bene ricordarlo sempre e comunque.

I primi corrotti, dunque, in questa singolare vicenda sono proprio i commissari del concordato nominati dal Tribunale di Cosenza, che sono arrivati addirittura ad affermare che tutto quello che stava accadendo “non è di loro competenza”. Siamo alla follia.

Così com’è stato folle e pazzesco quanto è accaduto nelle cliniche nei giorni e nelle settimane precedenti la cessione.
I pazienti anziani ospiti delle cliniche sono stati tenuti tutti a letto per almeno 5 giorni senza nessun tipo di assistenza, come possono testimoniare decine e decine di dipendenti. In sostanza, nonostante la Regione paghi fior di quattrini per prestazioni mediche, i pazienti in queste cliniche non sono stati assistiti per molti giorni.

Intanto, una dei componenti del Consiglio di amministrazione si era dimessa perché l’organismo aveva approvato un bilancio che più fasullo non si può, nonostante ci fossero i commissari del concordato che avrebbero dovuto vigilare sulla regolarità di tali operazioni.

In tutto questo, il direttore sanitario Giancarlo Morrone, andrologo e fratello di Ennio, disertava la clinica da una settimana e mancavano finanche i farmaci di prima necessità.

Giancarlo Morrone, nonostante il regime di concordato del Gruppo, ha assunto la figlia Federica Morrone a dicembre 2016 nel settore amministrativo – dove già c’era la dichiarazione di esubero di personale amministrativo del concordato – alla modica cifra di 3400 euro netti al mese e senza nessuna approvazione da parte dei commissari.

I dipendenti, lasciati senza soldi, poco o nulla hanno potuto fare per evitare questa situazione e non hanno nessuna colpa per quanto è accaduto. In tutto questo schifo di società che più che altro si potrebbe definire “circo” (con tutto il rispetto per chi svolge questa professione per vivere) ne fanno le spese le categorie deboli.

Ma come hanno fatto i Morrone ad ottenere la firma del socio di riferimento della componente del Consiglio di amministrazione che si è dimessa contestando l’approvazione del bilancio? Il socio, Beniamino Falvo, 83 anni e gravemente malato, è stato sottoposto ad un vero e proprio “pressing” da parte dei Morrone. I familiari ne hanno preso atto e stanno valutando il da farsi visto che è stato tempestato di telefonate e “secutiato” fino a sotto casa da uno dei figli di Morrone. Sarebbe stato interessante capire quali erano realmente le condizioni di salute del socio delle cliniche ma ormai è andata…

Arrivati a questo punto, in molti si chiederanno: ma come mai l’offerta de iGreco ha avuto la meglio su quella di Citrigno, per quanto entrambi i gruppi siano la feccia della malaimprenditoria cosentina e calabrese? Ebbene, non serve essere profeti per capire che la famiglia Morrone ha venduto le cliniche a iGreco perché l’offerta è stata maggiorata. In particolare, secondo quanto abbiamo appreso, per 20 mila euro in più a testa, con l’aggiunta di “conservare” il posto alla figlia di Giancarlo Morrone. Questo è quanto emerge dalle carte, poi se la cessione è stata regolare o meno serve qualche tempo per dimostrarlo, sempre che a qualcuno – naturalmente – interessi.

Sicuramente la scelta di Ennio Morrone e dei suoi figli non è stata disinteressata: ora se l’hanno fatto per una questione di voti visto che iGreco hanno tanti dipendenti o se sono subentrate altre motivazioni non lo sappiamo con certezza, ma di certo nel giro di poche ore è cambiato tutto. Citrigno era stato contattato direttamente dai Morrone, che lo avevano in pratica “pregato” di acquistare le cliniche perché ormai stava per essere dichiarata la bancarotta. E poi si sono “venduti” per 20 mila euro in più, dimostrando nei fatti che la loro parola vale zero.

Quanto a iGreco, la storia delle loro acquisizioni di cliniche, alberghi e aziende potrebbe essere tranquillamente il soggetto di un romanzo o di una serie tv… E la storia di questa singolare faida non è certo finita qui.