Il succo del discorso di Conte è questo: “o Grillo rinuncia ai suoi poteri, oppure fondo il mio partito e mi tiro dentro tutti i suoi deputati e senatori. E affanculo simbolo e statuto”. Un “vaffa” vero e proprio quello sottinteso nel discorso di Conte a Grillo, che fa ben capire lo “stato dell’arte” tra i due. La situazione pare oramai arrivata ad un punto di non ritorno: Grillo non è disposto a cedere di un millimetro rispetto ai poteri del garante. Sa bene che accettare le condizioni imposte da Conte, comporterebbe la sua fine politica. E Grillo, per risolvere i suoi personali problemi, ha ancora bisogno della politica. Ha bisogno di avere peso politico e contrattuale, da barattare con soluzioni per i suoi problemi, per rompere l’accerchiamento in cui si trova, e l’unica arma in suo possesso è lo “statuto” del Movimento che gli attribuisce pieni poteri sulla linea politica e sull’utilizzo del simbolo. Non cederà mai sui suoi poteri.
Conte da buon democristiano modello prima repubblica, invita gli iscritti e gli eletti del Movimento ad esprimersi sul suo nuovo statuto, un modo fittizio, perché il risultato a suo favore è scontato, per legittimare quello che di fatto è già in atto: il nascente Partito di Conte. Una costala del Pd. Ora resta da capire, per quel che riguarda la Calabria quali saranno i deputati e i senatori che seguiranno Conte e quali seguiranno Grillo. Sta di fatto che il Partito di Conte dovrà organizzarsi in fretta se vorrà partecipare alle elezioni d’autunno. Dovrà trovare un nuovo simbolo, depositarlo, e avviare la formazione delle liste nei territori chiamati al voto, Calabria in testa. I tempi sono stretti e alla macchina organizzativa del nascente partito di Conte manca ancora il motore. E i tempi del “montaggio” appaiano lunghi, il che potrebbe mettere a serio rischio la partecipazione del nuovo partito alle elezioni regionali in Calabria, e non solo. Un bel problema per Conte che forse conta di risolvere questa difficoltà annunciando una sua personale partecipazione alla campagna elettorale d’autunno. Come a dire: la presenza personale di Conte come valore aggiunto in attesa di formalizzare e ufficializzare il nuovo partito per le prossime elezioni nazionali.
Ora capiremo chi dei deputati 5 Stelle eletti dai calabresi per combattere la casta e la malapolitica, deciderà di appoggiare, mettendoci la faccia, la candidata Ventura chiara espressione di un accordo politico trasversale per consegnare la Calabria alla destra e agli amici degli amici. Candidata voluta della più pericolosa paranza calabrese del Pd e sostenuta da Conte per far piacere a Letta succube dei capibastone calabresi. E questo lo sanno bene tutti gli eletti 5 Stelle.
P.S. noi scommettiamo che tra i primi a sostenere la Ventura c’è sicuramente il deputato Melicchio.