Al velodromo di Izu, prefettura di Shizuoka, la finale dell’inseguimento a squadra maschile non ha tradito le attese di grande spettacolo. E l’Italia del c.t. Marco Villa ha conquistato uno splendido oro, il sesto per l’Italia alle Olimpiadi di Tokio. Sul podio saliranno Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e naturalmente il trascinatore, Filippo Ganna. Il tutto con un nuovo, sensazionale record del mondo: 3’42″032. La Danimarca, che schierava Lasse Norman Hansen, Niklas Larsen, Frederik Madsen e Rasmus Pedersen ed era favorita, si è dovuta accontentare dell’argento. Bronzo all’Australia, che nella finale per il terzo e quarto posto ha battuto la Nuova Zelanda. Quinto posto per il Canada, poi Germania, Gran Bretagna e Svizzera.
Serviva l’impresa, ed è arrivata. Dopo una prima metà di gara equilibrata, la Danimarca aveva preso il largo intorno al terzo chilometro, e sembrava in dirittura del primo posto. Ma gli azzurri, trascinati da Ganna, hanno rimontato e chiuso migliorando il tempo già da record mondiale della semifinale contro la Nuova Zelanda.
L’ultima medaglia olimpica, nella specialità, era arrivata a Messico ’68, grazie al bronzo conquistato da Luigi Roncaglia, Lorenzo Bosisio, Cipriano Chemello e Giorgio Morbiato, mentre l’ultimo oro era datato Roma ’60 e portava la firma di Luigi Arienti, Franco Testa, Mario Vallotto e Marino Vigna. “Sono stati fantastici, tutti: perché è vero che è stato Ganna a tirare e recuperare il ritardo negli ultimi due giri, ma tenere la ruota di uno come lui ce ne vuole: basta perderla e sei finito. Una squadra fantastica, di cui ci ricorderemo per un bel pezzo”. Emblematico il commento di Francesco Moser, che ora aspetta la prestazione di Elia Viviani.
I progressi di questo gruppo negli ultimi anni sono stati impetuosi, e una pietra miliare era stata la prima volta sotto i 4 minuti, ai Mondiali di Londra 2016. La conferma nell’elite mondiale era arrivata prepotente ai Mondiali di Berlino 2020, quando gli azzurri si erano arresi soltanto alla Danimarca e poi avevano conquistato la medaglia di bronzo.

Il veneto Lamon, classe 1994, è tesserato per il team Continental Biesse Arvedi ed è l’unico che non svolge una attività su strada di alto livello. Il lombardo Simone Consonni è nel World Tour, ha sfiorato diverse volte il successo di tappa al Giro d’Italia e ha rinnovato con la francese Cofidis. Il friulano Milan, appena 20 anni, è alla Bahrain-Victorious e per certi versi ricorda Filippo Ganna, anche se forse è meno cronoman e più velocista, oltre che potenzialmente un ottimo ultimo uomo per un velocista di prima fascia. E infine il trascinatore Ganna, in questo momento l’unico ciclista italiano tra i super-top del mondo. Parigi 2024 non è poi cosi lontana.