L’influenza non dà tregua: 2,6 milioni gli italiani colpiti, virus aggressivo anche in Calabria

Salgono a 2 milioni e 613mila i casi di influenza in Italia, ma il virus sta rallentando la sua corsa. E’ quanto emerge dagli ultimi dati di Influnet, la rete di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie.

Il numero degli italiani colpiti nell’ultima settimana di rilevazione è infatti in diminuzione: 342mila contro i 366.600 del precedente monitoraggio, con un’incidenza pari a 5,7 casi per mille abitanti.

Le Regioni più colpite sono state Marche, Trentino e Piemonte. La soglia epidemica è però stata superata in tutta Italia, fatta eccezione per Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Bolzano, Sicilia, Calabria e Puglia.

Sale il numero degli italiani colpiti, in particolare, continua ad essere più a rischio la fascia d’età entro i 4 anni di vita; ma fortunatamente il virus è meno aggressivo. Vi sono, poi, gli anziani di età superiore a 65 anni, le donne in gravidanza, le persone con patologie cronico-recidivanti e coloro che vivono a contatto delle comunità (ospedali, caserme, scuole, case di cura, ecc.).

Il rischio di trasmissione dell’infezione può essere ridotto applicando delle regole generali come evitare luoghi affollati, lavarsi regolarmente le mani con acqua e sapone, coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce o starnutisce ed evitare di esporsi a sbalzi di temperatura. Un toccasana indispensabile, è invece il riposo, per chi è malato: per tale ragione è opportuno rimanere a casa, evitando di intraprendere viaggi e di recarsi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti potenzialmente infettanti con altre persone.

“È fondamentale – spiega Aurelio Sessa, presidente della Società Italiana Medicina Generale – non assumere antibiotici, innanzitutto perché sono inattivi sui virus, non solo influenzali ma anche respiratori. Un uso indiscriminato rende questi farmaci inefficaci – ha aggiunto – aumentando il rischio di resistenze nei loro confronti da parte dei batteri. È compito del medico giudicare se l’influenza può essersi complicata a tal punto da intraprendere una terapia antibiotica”.