𝗖𝗼𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘀𝘂 𝘂𝗻 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗼 𝗽𝗶𝗮𝗻𝗲𝘁𝗮
dalla pagina FB di Battista Sangineto
Il 6 aprile del 2019 avvenne la magnificente “Inaugurazione del Planetario di Cosenza. La Calabria su un altro pianeta”.
Come recitava il sito del Comune di Cosenza: “Gli occhi al cielo per un viaggio affascinante che conduce fino alle stelle. Così l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Mario Occhiuto si accinge a consegnare alla città di Cosenza e alla Calabria il Planetario più imponente e innovativo d’Italia”.
Il sindaco Occhiuto in quella irripetibile occasione ebbe a dire, con compiaciuta magniloquenza: “Un’altra importante opera pubblica, il Planetario di Cosenza, viene finalmente consegnata ai cittadini … Invito i cosentini, i calabresi e tutti i visitatori a partecipare a questo momento di festa collettiva che restituisce un altro pezzo di città alla vita e alla fruizione sociale. Abbiamo voluto intitolarlo all’astronomo cosentino rinascimentale Giovan Battista Amico, mentre la piazza antistante, che è in fase di procedura d’appalto, prenderà invece il nome dell’astrofisico Stephen Hawking recentemente scomparso”.
La foto ritrae l’edificio nelle condizioni in cui si trovava ieri pomeriggio, 17 agosto 2021. Come tutti possono vedere le travi del colmo del tetto, di entrambi i corpi di fabbrica, sono arrugginite così come anche alcune altre che compongono e sorreggono l’intero edificio costato 8 milioni di euro.
Una domanda, per la verità più d’una, sorge spontanea: perché questa Grande Opera costata ben 8 milioni di euro e ben poco usata sia già, dopo poco più di 2 anni, in queste precarie e indecorose condizioni?
Che tipo di metallo è stato usato? Chi ha diretto la costruzione e sorvegliato sulla qualità del materiale impiegato per questa costosissima Grande Opera? La ruggine che ricopre abbondantemente tutte le travi più alte rappresenta un pericolo per la stabilità dell’edificio? Lo strumento ottico usato per riprodurre la volta celeste è davvero innovativo o è quello che era stato previsto all’epoca della progettazione di Mancini e dunque inevitabilmente vecchio di due decenni e non più innovativo? Perché, a distanza di più di 2 anni, la cosiddetta piazza si presenta, si veda la foto nel primo commento a questo post, come un campo abbandonato coperto da immondizia? Quanti visitatori, se si escludono le scolaresche, ha avuto questo edificio che è stato presentato come “il più imponente e innovativo d’Italia”?
Quando si spendono 8 milioni di euro per un edificio costruito ‘ex novo’, invece di utilizzarli per la ricostruzione del vicino e cadente Centro storico della città, credo che si debba, almeno, farlo a regola d’arte, rendere conto ai cittadini dei soldi spesi anche se in Consiglio comunale non c’è alcuna opposizione e, prima che cada a pezzi come il Centro storico, manutenerlo.
Ma Cosenza e la Calabria sono davvero, come proclamava il claim pubblicitario, su un altro pianeta.









