CORSO MAZZINI. IL CONSIGLIERE DELEGATO AL TRAFFICO CONSOLANTE NON SPENNI SOLO LA MARGHERITA DEL: M’AMA O NON M’AMA…VEDIAMO CHI MI AMA?
Nota stampa del 24.08.2021 di Antonio NISTICO’, coordinatore cittadino Associazione I QUARTIERI
Ritorna d’attualità la vicenda Corso Mazzini ed in queste ultime ore il consigliere delegato al traffico, Enrico Consolante (Udc) immagina il ritorno al passato, riconsiderando un’altra inversione del traffico, giustificata, a suo dire, dai tempi di percorrenza per eventuali emergenze-urgenze e per rispondere alle rivendicazioni, che anche noi riteniamo giuste, dei residenti dei quartieri Stratò e Bellavista.
Premesso che continuiamo ad avere dubbi sulla nomina dei consiglieri delegati fatta dal sindaco Abramo per un motivo squisitamente politico, non possiamo esimerci dal sottolineare una “piccola” incongruenza che resta nel fatto che l’Amministrazione comunale si sia costituita parte civile proprio contro alcuni di questi consiglieri, oggi delegati, in relazione all’inchiesta cosiddetta Gettonopoli. Non siamo e restiamo garantisti, ma forse anche per questo il motivo di opportunità andava considerato.
Ciò detto, ritornando alla vicenda di Corso Mazzini prima ancora di ragionare su una restaurazione del senso di marcia, dobbiamo capire se è ancora il cosiddetto salotto buono della città oppure un altro pezzo di quella terra di nessuno diffusa nel perimetro cittadino. E’ di pochi giorni addietro l’attentato effettuato in silenzio e forse senza alcuna autorizzazione di una ditta che ha sbriciolato le “basole” sempre su Corso Mazzini, tanto da aver richiesto l’intervento della Polizia Municipale, mentre oggi sempre sulla stessa strada, all’altezza della Chiesa di San Francesco, vengono tolti i palini in ghisa con un modestissimo rappezzo in cemento su un marciapiede piastrellato… Siamo sempre alle solite, terra di nessuno, dove il primo che passa si sente titolato a distruggere un bene comune, forse perché è risaputo che nessuno controlla.
Ripensare oggi al “nuovo” e già vecchio senso di marcia sul Corso Mazzini è solo una parte del problema, che resta un pannicello se non lo si inquadra in un ragionamento complessivo. Quello che parte dallo scegliere definitivamente se deve esistere o meno l’isola pedonale, una scelta anche di civiltà che non può essere però calata senza un sistema di parcheggi che siano accessibili e confinanti proprio con il cosiddetto salotto buono di Catanzaro. C’è anche da valutare il problema di un eventuale emergenza, che potrebbe mettere in pericolo il bene vita dei residenti del centro storico dove non solo le ambulanze hanno difficoltà di circolazione, ma anche altri mezzi di soccorso magari chiamati per altri eventi eccezionali, non ultimo un possibile incendio. Quale sarebbe lo scenario in un evento del genere? Catastrofico senza ombra di dubbio.
Ecco che allora il ragionamento diventa più ampio, e non sarebbe assolutamente fuori luogo pensare e progettare la messa a dimora, proprio in quel centro storico ostile per la sua conformazione ai mezzi di soccorso, di punti fissi di colonnine idranti antincendio nelle vie del centro, d’altronde l’ultima esperienza della pineta Li Comuni di Siano è ancora evidente.
Ci sono altri elementi che possono venire in soccorso di una rivisitazione del centro storico non solo in termini di viabilità, possiamo parlare di cultura, di istallazioni a cielo aperto di opere d’arte, di recupero abitativo, di welfare di territorio e di tanto altro, ma il tutto è strettamente concatenato se veramente si vuole ragionare e non fare solo spot politico-pubblicitari, che peraltro incidono sempre sulle tasche dei cittadini, anche perché una restaurazione dei flussi di traffico non è certamente un operazione a costo zero.
Di certo c’è un dato che questa città ha bisogno di scelte autentiche, anche coraggiose e condivise e non solo di spennare la margherita del m’ama o non m’ama…vediamo chi mi ama?