Qualcosa è cambiato nelle perverse dinamiche che finora hanno regnato sovrane nell’inchiesta per l’omicidio di Denis Bergamini. Mai come ieri l’avvocato Fabio Anselmo ha espresso finalmente fiducia e serenità nei confronti dei magistrati della procura di Castrovillari impegnati nell’udienza preliminare determinante per arrivare ad un processo che aspettiamo da decenni. Che qualcosa sia cambiato lo si deduce da una scansione degli eventi che ci restituiscono un’immagine adesso chiara di quanto sta per accadere tra il 17 e il 20 settembre quando saranno ascoltate prima l’accusa e le parti civili e poi la difesa.
Il 1° marzo scorso la notizia della chiusura delle indagini era stata affidata ad un laconico e irrituale comunicato stampa. Anselmo, nell’immediatezza dei fatti, si era detto meravigliato del fatto che la notizia non era stata comunicata alla famiglia. «Faremo immediatamente la richiesta di accesso agli atti per capire come si è mossa la procura e per conoscere le ragioni che hanno spinto i pubblici ministeri ad archiviare le posizioni di Pisano e Conte» — ha detto il legale.
Anselmo aveva aggiunto: “Non sappiamo che fine abbiano fatto gli altri due indagati. Sappiamo comunque che Isabella Internò rimane accusata di omicidio volontario aggravato e come tale punibile assolutamente con l’ergastolo e quindi non soggetto a prescrizione”.
La lettura degli atti ha consentito a Fabio Anselmo di avere una visione generale dello stato dell’inchiesta e non c’è dubbio che abbia voluto mandare un preciso messaggio a tutte le parti in causa rispetto all’esistenza di intercettazioni assai pesanti per il contesto familiare di Isabella Internò. Perché quando la stessa consulente nominata dalla Internò afferma che il corpo di Denis parla e che le cose si stanno mettendo male, è di palese evidenza che oltre alla verità adesso esca fuori anche la giustizia.
Del resto, l’incipit dell’avvocato Anselmo nelle sue dichiarazioni ai media, lasciava trasparire proprio questa consapevolezza: “Avevo detto che per noi era importante capire alcune cose. Credo che le abbiamo comprese. Allo stato dell’arte possiamo essere sicuramente più sollevati e possiamo essere fiduciosi e sereni per il futuro”. La comprensione delle cose significa aver toccato con mano che l’inchiesta è solida e ben strutturata, con tanto di elementi nuovi emersi addirittura dopo l’incidente probatorio che ha stabilito con certezza scientifica che Denis è stato ucciso.
Un altro messaggio importante è andato a chi sta per decidere le sorti di questa udienza preliminare: “Sono fiducioso in uno sviluppo collaborativo e dialettico (pubblica accusa, giudici, e la stessa difesa e le parti civili) rispetto al processo”.
Alla domanda se la sua impressione è che si andrà a processo, il legale ha detto che «l’impressione è positiva. Dopo tante polemiche, dopo tante illusioni e poi delusioni di questi decenni, è chiaro che era d’obbligo un momento di cautela di fronte a una situazione processuale come questa. Io credo che ci siano tutti i presupposti perché, nell’ambito del processo si possa arrivare a riconoscere giudiziariamente ciò che la famiglia Bergamini sa da trent’anni e cioè che Denis Bergamini non ha avuto un incidente, non si è suicidato, ma è stato barbaramente ucciso».
All’udienza hanno assistito anche i tre figli della sorella di Denis, Donata Bergamini, la quale, «fortemente provata, anche da un punto di vista emotivo per una vicenda che va avanti da ben 32 anni e che la vede impegnata, ha preferito, non essendo fondamentale la sua presenza oggi, riposarsi e stare a casa» ha spiegato Anselmo.