Catanzaro. Mario Tassone e la morale incontinente

Ora è tutto chiaro come la luce che illumina l’oscurità e dipana il buio. Questo è l’incipit dell’opera letteraria, in più capitoli, che narra la storia e le trame nella formazione delle liste elettorali per le regionali del 3 e 4 ottobre 2021. La storia degli impresentabili e della validazione con miracolo annesso da parte della Commissione Nazionale Antimafia, una specie di scherzo e di insulto alla comune intelligenza ed a tutto il popolo calabrese ritenuto, con grande errore, un esercito di ascari, un etnia indigena di un territorio solo colonizzabile.

Ovviamente e come spesso accade per un fenomeno cosmico, tutto questo “chiarore” produce ombre e in questo caso c’è da aggiungere molto sinistre, da intendersi come evento dannoso, ma se si vuole anche come tutto quello che è contrario alla destra.

Contravvenendo a quanto stabilito in corso di formazione delle liste quelle dell’UDC, da dove Sergio Costanzo era stato allontanato precauzionalmente e per motivi di opportunità, il consigliere comunale di Catanzaro, sulla cui testa pende la richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda Gettonopoli, torna nel gioco alla grande, rientrando da una porta di servizio, grazie all’accordo stipulato con Tranquillo Paradiso e svincolato dal lasciapassare del custode dell’uscio della servitù da Mario Trombone, sorry Tassone.

Dopo che ha prestato il giuramento  per il sostegno elettorale di quello che viene considerato l’ultimo dei cardinali eleggibili, al secolo Tranquillo Paradiso, viene intimato l’extra omnes” e tutti gli estranei al conclave, in verità molto pochi che si possono contare su una mano, devono lasciare la Cappella Sistina, che nella circostanza ha le dimensioni di una cabina telefonica e, il cardinale diacono Mario Tassone chiude la porta… Si è garantito il titolo di usciere del conclave pericoloso e che gravita in un terreno infetto, la piana lametina, ma soprattutto ha messo il suo sigillo di un antimafia traballante, visto che per un trentennio come parlamentare è stato al vertice dell’organo parlamentare di controllo, garantendo a Sergio Costanzo un posto sicuro nello staff dell’aspirante consigliere regionale Paradiso, il cui carnet di voti è certificato da Mario Tassone.

Non è un mistero che Tranquillo Paradiso sia da sempre organico al clan minimalista di Mario Tassone, per come è risaputo che Sergio Costanzo ha sempre mantenuto un filo sottile di contatto nonostante i suoi capitomboli in politica. Tanto è che l’accordo viene santificato con l’invio del proconsole Gianluca Tassone nel ristorante che si affaccia sul golfo di Lamezia, dove le firme vengono apposte secondo un protocollo giurassico sul documento ciclostilato in 1.325 copie, tanti quanti sono stati i voti del pargolo Gianluca nella sua ultima competizione regionale. E’ questo il segno del destino e dell’autorevolezza numerica di una storia parlamentare?

La truppa è al completo, nonostante a ben guardare si intravedono troppi generali e poco esercito, almeno fin dove si spinge lo sguardo che non riesce ad andare oltre l’orizzonte ed i coni d’ombra…

Salvato l’onore in attesa di sentire cantare le spade nel campo di battaglia, resta irrisolto l’aspetto della moralità, almeno quella politica di cui blatera in ogni occasione utile Mario Tassone, figlia di quell’incontinenza non solo verbale, che deve purtroppo fare i conti con lo scorrimento del tempo, segnato dalle lancette dell’età!

Il giudizio come sempre è lasciato ai posteri e nel caso in questione agli elettori calabresi, senza ovviamente escludere la valutazione a latere a quanti sono e restano i tutori della legge.

E così, mentre si consumano gli accordi trasversalmente pericolosi inquinati da varianti di territorio, a Catanzaro la gente mormora e si rammarica di una storia sprecata di Mario Trombone, sorry Tassone, dicendo: “ti renducisti ma cogghi a purvarata”.