A crisi consiliare consumata nel Comune di Corigliano-Rossano, con conseguente azzeramento della Giunta da parte del sindaco Flavio Stasi, riteniamo che sia opportuno fare alcune riflessioni.
È chiaro che questa crisi, a torto o ragione, parte da Corigliano e dalla componente consiliare ausonica. Ma sarebbe falso affermare che sia stata una questione aperta ad esclusiva volontà del gruppo “Corigliano-Rossano Domani” ovvero quello che fa capo al vicesindaco Malavolta.
Infatti molte delle questioni sollevate, dalla distribuzione del personale all’allocazione degli uffici e degli sportelli al pubblico, hanno visto sempre tutta la componente coriglianese compatta nel chiedere un intervento. Non solo i consiglieri Gammetta, Mattia Salimbeni, Cassano e De Gaetano ma anche la Alboresi, Frasca e Maria Salimbeni.
Le critiche e le pressanti richieste di rimodulazione della Giunta erano il frutto di continui incontri e ragionamenti che, probabilmente, hanno portato a credere ai consiglieri ora “fuoriusciti” che il gruppo ribelle fosse più consistente ed in grado di mettere ancor di più in crisi la tenuta della maggioranza. Invece, senza alcuna spiegazione, a meno che l’assegnazione di uno o più assessorati non sia una spiegazione sufficiente, alcuni pezzi, ed in particolare Frasca e Maria Salimbeni decidono di cambiare rotta. E chiedersi perché non è cosa da poco conto soprattutto perché nessuna dichiarazione viene fatta (neppure da chi, Frasca, scrive pure per annunciare la sostituzione di un tombino!!!).
E cosa accade oggi alla parte coriglianese della città? Che diventa più debole e che rischia, nelle sostituzioni in Giunta, di vedere la propria rappresentanza ridotta all’osso.
Sarebbe opportuno che questa posizione, mutata rapidamente per motivi del tutto personalistici, divenisse oggetto di discussione perché il potere contrattuale di Corigliano diventa sempre minore e compromesso.