di Ferdinando Gentile
Da oggi a Cosenza e non solo bisogna aprire una stagione di lotta fondamentale. Le istanze di chi in questa regione fatica ad arrivare dignitosamente a fine mese, diventano le parole d’ordine di piazze e vertenze che promettono di andare fino in fondo, senza risparmiare nessuno.
La piazza di oggi non è che l’inizio, perché quando è troppo è troppo.
A partire dallo sblocco dei licenziamenti, che nel nostro territorio di sta traducendo sin da ora nella perdita del posto di lavoro per decine di dipendenti delle cliniche San Bartolo e Misasi, ritenuti di troppo dalla nuova società proprietaria iGreco, per continuare con l’avvio degli sfratti per chi in questi ultimi due anni difficilissimi tra le varie spese finalizzate a sopravvivere non è riuscito a pagare centinaia di euro di affitto e non ha visto i propri diritti rispettati con la negazione dei contributi per l’emergenza abitativa.
Per non parlare dell’immobilismo del nostro servizio sanitario, che è rimasto nelle stesse disperate condizioni in cui era prima del Covid, per proseguire con il dilagare del lavoro nero e delle morti sul lavoro, una realtà che nella nostra regione rappresenta una piaga mai rimarginata e che continua a sanguinare.
E infine, la spada di Damocle sulla testa di intere generazioni calabresi: l’emigrazione dei giovani e delle giovani, che qui non vedono futuro, se non nell’elemosina di un posto sottopagato, sfruttato e precario.
O reagiamo con forza e determinazione, o di questa terra che amiamo così tanto non rimarrà niente.
Ci vediamo a piazza Kennedy alle 17..