di Nicola Martino
Fonte: Il Meridio (https://ilmeridio.it/la-giunta-brunetti-e-fragile-infatti-il-centrodestra-la-maneggia-con-cura/)
Fragile: non c’è altro termine per definire la nuova Giunta comunale riemersa dal pozzo dei rozzi mercanteggiamenti andati avanti per due settimane. Appellarli con l’espressione “trattative” significherebbe conferire loro una patina di nobiltà che non hanno, sia per lo spessore dei protagonisti sia per l’oggetto stesso delle interlocuzioni tra maneggioni con la maschera di amministratori pubblici. In principio, appreso che il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà aveva intossicato l’ambiente con l’ennesimo raggiro ai danni della città nominando di soppiatto Paolo Brunetti e Carmelo Versace rispettivamente vicesindaco di Comune e Città Metropolitana, il PD, partito di appartenenza del Primo Cittadino in stand-by, ed il capannello riunito attorno a Nino De Gaetano si erano adirati fino a minacciare di far saltare il banco ritirando la fiducia. Nessuno ci ha mai creduto, anche se, tuttora, qualcuno, in malafede, insiste sulla truffa delle dimissioni dei 17 consiglieri. Perché ciò potesse avvenire, del resto, serviva la determinazione in tal senso di tutti i componenti delle opposizioni, che lungo la strada verso Palazzo San Giorgio, come sappiamo, si sono smarriti finendo dritti dritti negli austeri locali di uno studio notarile dove, per raggiungere il culmine della comica fregatura, si sono fatti fotografare tronfi. Ad essi sarebbe stato necessario aggiungere cinque esponenti della maggioranza. Ipotesi mai esistita nemmeno nella sfera dell’antipolitica.
Sta di fatto che, quattordici giorni dopo l’apertura della crisi seguita alla decapitazione dei vertici dei due Palazzi istituzionali, tutto è rientrato, tutto si è concluso con buona pace anche dell’ultimo recalcitrante nel territorio del centrosinistra: un certo Mario Cardia, il quale, pure lui, aveva fatto tremare le fondamenta della città annunciando che si sarebbe unito alla fila davanti allo studio del notaio, a causa della sua estromissione dal neonato Esecutivo cittadino. In effetti, a ben pensarci, la storia della politica si è ora arricchita di un ulteriore capitolo: com’è stato possibile non far entrare nella cabina di regia un giovanotto balzato agli onori della cronaca per aver tirato fuori dal cilindro una mozione dal contenuto imprescindibile per il destino di Reggio Calabria, l’installazione di binocoli panoramici? Ma si sa, quando si a che fare con professori di Scienza Politica, con Maestri della Filosofia Politica, una soluzione si individua con articolati ragionamenti pensosi e meditabonde riflessioni che, nel caso specifico, hanno trovato un epilogo felice affidando allo stesso Cardia la responsabilità di aggiustare, in giro per la città, lampadine fulminate e rattoppare le fosse da Catona a Pellaro. Con la ritrovata serenità per lo scampato pericolo e soffocato l’ultimo dramma che angustiava le esistenze del popolo reggino, è allora il caso di dare un’occhiata alla composizione della squadra che, nominalmente guidata dal Facente FINZIONI, amministrerà Reggio Calabria.
Pochissime le certezze, molti gli azzardi mescolati a qualche riconferma immeritata. Con l’ingresso di Mimmetto Battaglia (andrà ad occuparsi di Urbanistica), quanto meno, si alzerà sensibilmente il livello di esperienza e di dimestichezza con la gestione della “cosa pubblica” che, a parte Demetrio Delfino, rinnovato nell’incarico di assessore alle Politiche sociali, non era di casa a Palazzo San Giorgio. L’approdo dell’ex consigliere regionale PD, tuttavia, ha provocato l’uscita di Mariangela Cama, appartenente alla medesima area politica e che risultava essere tra le rare figure apprezzate nel team di Falcomatà. Del tutto ingiustificata e carente di visione e prospettiva la disposizione di affidare a Rocco Albanese l’intricatissimo settore dei Lavori pubblici: un compito al quale non è preparato e che metterà in difficoltà molto serie l’impacciato pensionato Telecom. Né può essere inserita tra le intuizioni più felici il coinvolgimento di Francesco Gangemi, antico frequentatore, ma senza mai un guizzo degno di nota, di Palazzo San Giorgio e Palazzo Alvaro. E’ rimasta al suo posto di controllore del Bilancio Irene Calabrò. Mantenimento del ruolo pure per Giuggi Palmenta, mentre fa il suo esordio Angela Martino, alla prima esperienza nell’Esecutivo, a differenza di Lucia Anita Nucera, che aveva già fatto parte della Giunta nella precedente consiliatura.
A non aver trovato posto al tavolo è, invece, Rosanna Scopelliti, la cui permanenza in Municipio è stata impalpabile: non un assessore alla Cultura di cui la città ricorderà le gesta, nemmeno le più ordinarie. Nel complesso, è venuta fuori una compagine ancora più debole della precedente e che, peraltro, sarà priva (e non è un dettaglio) della “copertura” fornita da Falcomatà, il quale, pur con tutti i suoi insuperabili limiti, ha avuto il merito (per il resto della truppa) di aver fatto, per sette anni, da parafulmine all’inoperosità ed all’incapacità di assessori e consiglieri. Ora non sarà così e questa fase di sospensione potrà essere superata solo con una sorta di “sindacatura collegiale” in cui tutti si caricheranno sulle rispettive spalle il fardello delle proprie responsabilità di fronte ai reggini. In compenso beneficeranno dell’insussistenza del centrodestra che, dando continuità alla mollezza dei primi sei anni targati Falcomatà e culminati nella sbalorditiva investitura di Nino Minicuci a candidato a sindaco, fanno compagnia alla maggioranza: silenziosi ed educati, non disturbano e non fanno rumore. Ogni tanto vivacizzano i lavori con qualche triviale traduzione dialettale: uno spasso.