Il Sassuolo sempre ai piedi di “Berardinho” (di Stefano Fogliani)

di Stefano Fogliani

Fonte: Il Resto del Carlino

Le partite disputate in stagione sono 15, i gol 8, gli assist 5 (due gli sono stati negati nonostante le azioni siano partite sempre da lui, ndr).

A questa media Berardinho frantuma tutti i suoi record e nessuno farà troppo caso al fatto che l’attaccante calabrese non perda occasione di dimostrarsi l’uomo in più (anche) del Sassuolo di Alessio Dionisi.

Lo era stato, giovanissima rivelazione, ai tempi di Eusebio Di Francesco, il suo ‘padre putativo’ che ne sdoganò il talento ottenendone in cambio 54 gol in cinque stagioni e 148 presenze, ma pure quel ‘no’ al trasferimento alla Roma cui era appena passato il tecnico pescarese, che fece di tutto – offerta da 40 milioni, si disse ai tempi, per il Sassuolo era ok, per lui no – per portarlo con sé nella capitale.

Lo è stato nel corso della stagione timbrata da Bucchi e Iachini (31 gettoni e 4 gol, ma non banali, tipo quello che inflisse la sconfitta all’Inter a San Siro) come nel triennio dezerbiano – 96 gare, 31 gol, praticamente uno ogni tre partite – quindi nessuna sorpresa che lo sia nel Sassuolo ‘dionisiaco’ che sembra battere solo le big, ma zitto zitto, in coda a cinque gare utili consecutive, si è tolto da una classifica mediocre e ne rincorre una decisamente più luminosa, con vista non lontanissima, se non sull’Europa, sulla top ten.

Anche, ma non solo, per merito di Berardi, che contro la Lazio ha tenuto fede al clichè: ai biancocelesti Mimmo aveva rifilato otto gol in carriera, e con quella di domenica si è portato a nove: vero che al Milan ne ha fatti 10, altrettanto vero che la Lazio è la squadra alla quale ha segnato in più gare diverse ma adesso, nel mirino, il talentino calabrese piace pensare abbia messo la Fiorentina, con cui ha consuetudini non dissimili. Dieci al Milan, 9 alla Lazio…

Alla Viola 8, cinque dei quali al ‘Franchi’. I primi tre ‘salvarono’, nel 2014, il primo Sassuolo di A in coda a match epico, un altro nel 201516 non influì sul 3-1 con cui i neroverdi si consegnarono ai Viola, ma un altro decise, primavera 2019, un’altra gara non banale che vide il Sassuolo graffiare la carena dei viola. Forse è anche per quello che la Fiorentina insegue Berardinho da tempo, e magari, nella ‘pancia’ del Franchi, prima e dopo la gara, proverà a forzarne il futuro.

I rumors vogliono Berardinho intrigato (vuoi mettere il lungarno e gli Uffizi con il percorso natura del Secchia e Palazzo Ducale?) ma anche offerte non sufficienti.

E vogliono Sassuolo pronto all’arrocco, anche perché, diciamocelo, senza Berardi il Sassuolo dove va?

Il compianto Giorgio Squinzi, che per questo calabrese ruvido addomesticatosi crescendo stravedeva, voleva farne bandiera, la dirigenza ha sempre opposto a richieste mai mancate quotazioni oltre la praticabilità. Lui ha prima ‘sposato’ la causa neroverde e poi, l’estate scorsa, ha fatto capire che mica può restare a Sassuolo in eterno, dopo dieci stagioni da protagonista assoluto e un campionato d’Europa in curriculum. Ma tutto si tiene, oggi.

Oggi che Berardinho dice che ‘sto benissimo’ allarga il sorriso di Dionisi, oltre che della Sassuolo neroverde che sogna l’Europa. Poi magari non ci arriva, il Sassuolo in Europa, ma se non ci arriva non è certo per colpa di Berardi che, se va avanti alla media di oggi, chiude la stagione a ridosso dei 20 gol. E pensare che gioca esterno…