Cosenza, sorveglianza speciale agli attivisti. Costabile: “Il loro reato si chiama amore per l’umanità”

di Giancarlo Costabile

Cosenza è una città corrotta. Attraversata da poteri massomafiosi in tutte le istituzioni del territorio. Nella regione simbolo della ‘ndrangheta e della corruzione politica, dei diritti sfregiati e del lavoro umiliato, il problema sembra essere rappresentato da due giovani poco più che ventenni, Jessica e Simone, colpevoli di umanità. Sì. Il loro reato si chiama amore per l’umanità. Ho documentato per anni le loro nobilissime storie di resistenza. Li ho consapevolmente e convintamente invitati nelle aule di Pedagogia dell’Antimafia dell’Università della Calabria perché testimoni di un modello di didattica sociale che avrebbe entusiasmato don Lorenzo Milani e Paulo Freire, autore de La Pedagogia degli oppressi.
Si sono battuti per i diritti degli Ultimi, dei senza storia. Lo hanno fatto pacificamente. Con grande dignità politica e con una sensibilità commuovente. La loro colpa? Non restare indifferenti dinanzi al degrado della nostra terra. Non hanno vissuto da complici come fanno tanti calabresi da sempre.

Sono un modello di pedagogia dell’emancipazione civile e sociale. Sono l’antidoto alla cultura mafiosa perché hanno fatto della Costituzione una prassi etica e politica. Si sono battuti per noi. Ora dobbiamo batterci TUTTI per loro. Hanno vent’anni. Non possiamo consentire che si sporchino i loro (generosi) cuori.