Franz Caruso detto l’incappucciato per la sua nota militanza massonica, Damiano Covelli detto tefaticatè per la sua leggendaria propensione al “lavoro” e Giuseppe Mazzuca, ex portaborse nei peggiori bar di… Caracas, che ancora non ha imparato a parlare l’italiano e fa ridere tutta la città nel ruolo di presidente del “pollaio” di Palazzo dei Bruzi, hanno la faccia come quella parte del corpo dove – di solito – non batte mai il sole. Il Pd, ma specialmente Mazzuca, ha gridato allo scandalo qualche mese fa perché la Succurro ha nominato il marito (loro ex compagno di partito…) nel suo staff alla Provincia ma non più tardi di qualche mese dopo, se possibile, il Pd ha fatto molto peggio. Basta citare la tragicomica vicenda di Gigino Tic Tac (Incarnato per i nuovi di Iacchite’) capo di gabinetto anche lui come Ambrogio a titolo gratuito (per i caggi…) e con l’aggravante di avere già la figlia Pina nominata assessore. Della serie: il bue chiama cornuto il ciuccio.
Ma non solo. Qualche tempo fa, probabilmente perché infastiditi da qualche commento relativo al fatto che il sindaco col cappuccio nella sua qualità di avvocato penalista ha difeso uno degli imprenditori delle ditte amiche di Occhiuto, hanno diffuso una tragicomica dichiarazione nella quale si leggeva testualmente: “… Il ricorso a professionalità esterne per l’affidamento di incarichi – sottolineavano il sindaco Franz Caruso e l’assessore Covelli – si verificherà solo nel caso in cui si dovesse prospettare, per esigenze particolari e temporanee, la necessità di attingere a figure professionali non reperibili nei quadri interni del Comune. Il Comune di Cosenza è una casa di vetro aperta a tutti e non a cerchie ristrette…”.
Ecco, queste sono le parole anzi le chiacchiere ma poi la realtà, con tanto di documentazione fotografica, non solo è diversa ma è tragicamente all’insegna dell’aumm aumm, termine napoletano che non ha bisogno di traduzioni e che trova compiutezza in quello che riguarda uno dei più importanti “colletti bianchi” di Cosenza naturalmente al servizio dei suoi “fratelli”.
Un uomo (ma che dico uomo… un faccendiere, un colletto bianco, un prestanome…) per tutte le stagioni è stato detto? Parlando di Luigi Zinno certamente si. Da sinistra a destra passando per il centro, Luigi Zinno, classe di ferro 1954, ingegnere ormai in pensione (e che pensione!) è stato per anni il factotum di Giacomo Mancini senior e junior, grazie ai quali è diventato dirigente alla Regione Calabria.
Poi si è legato a Palla Palla, alias Mario Oliverio, col quale ha sbrigato tutte le malefatte compreso “l’affaire” metropolitana leggera mai realizzata ma che a lui, in qualità di Rup, ha portato in dote un sacco di soldini, divisi anche con alcuni suoi sodali.
Tempo fa lo abbiamo beccato col cazzaro per eccellenza (alias Mario Occhiuto per i nuovi di Iacchite’) al bar mentre pianificava una consulenza al Comune di Cosenza di migliaia di euro e ne abbiamo scritto qui (zinno e occhiuto).
L’ingegnere Luigi Zinno, dunque, è stato per anni nelle stanze dei bottoni, e non sì è mai fatto problemi a servire politici diversi, anche perché ormai tutti sanno che specialmente alla Regione non ci sono mai state differenze tra centrodestra e centrosinistra. “Io sono un tecnico” diceva e firmava e per questo i vari padroni se ne servivano, ovviamente dietro lauto pagamento di “parcelle” (si dice così adesso per evitare di dire “tangenti”).
Nel 2008 è stato nominato anche Responsabile Unico del Procedimento al quartiere Fieristico di Cosenza e l’Ente Fiera di Cosenza è fallita mandando in frantumi anni di esperienza e in crisi dipendenti validissimi!
Nel 2015, come accennavamo, è stato nominato Responsabile Unico del Procedimento “Sistema di collegamento Metropolitano tra Cosenza Rende e Università della Calabria” appena in tempo per elaborare il “patto di ferro” tra il cazzaro e Palla Palla che prevedeva un esborso di soldi pubblici pazzesco e la realizzazione di una fantomatica ovovia (sic !) e del Museo di Alarico di cui rimangono oggi solo le macerie a piazza Valdesi. E naturalmente tutti sanno ormai, anche le pietre di viale Parco, che la Metro non si farà mai…
Nel 2017 Oliverio lo nomina anche Commissario Straordinario di Azienda Calabria Lavoro e della Fondazione Field, centri di potere e clientele straordinari… Vi lasciamo immaginare che cosa ne è uscito: quanti soldi buttati e quante clientele realizzate, anche nella numerosa progenie degli Zinno, si capisce, che i figli e i nipoti su piazzi i core….
Una volta nominato Dirigente ad interim del Settore 13 “Sistema della Logistica”, Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità, due anni dopo viene arrestato da Gratteri per due appalti, quello dell’aviosuperficie di Scalea, diventato negli anni una barzelletta anzi una “landa desolata” e gli impianti di risalita di Lorica, in Sila, costati la vita anche ad un povero operaio di appena 31 anni. Zinno ha fatto un po’ di domiciliari, si capisce, ma la sottolineatura serve soltanto per far capire davanti a quale sfacciatissimo soggetto ci troviamo.
A Dicembre del 2020, finita la parabola di Palla Palla, Luigi Zinno si avvicinava a Mario Occhiuto: erano i giorni in cui si paventava una forte catastrofe per la Calabria: la candidatura del cazzaro a Governatore. Qualche settimana dopo Jole Santelli, con la complicità di Robertino Occhiuto, fa le scarpe a Mario e Zinno qualche mese più tardi si “accontenta”, si fa per dire, di una consulenza al Comune per “la realizzazione degli interventi di Agenda Urbana 2014-2020”. Insomma, un campione di tecnico con il colletto a colori cangianti a seconda delle stagioni, al servizio della politica massomafiosa.
Ma Luigi Zinno non si ferma mai e adesso si esibisce in un doppio salto mortale all’indietro con triplo avvitamento. E’ di un annetto fa infatti la documentazione fotografica, a dire il vero molto triste, dell’incontro che l’ingegnere ha avuto con la “cavalla pregiata” della scuderia Tic Tac, quella di un altro dei colletti bianchi più quotati del sistema massomafia calabrese, Gigino Incarnato, il capo di gabinetto a titolo gratuito di Franz l’incappucciato.
Lei è Giuseppina detta Pina Incarnato, figlia d’arte appunto di Gigino Tic Tac Incarnato, alleato ormai di vecchia data di malefatte e di politica con Capu i Liuni Nicola Adamo. Pina è stata incoronata assessore all’Urbanistica del Comune di Cosenza dal fratello di loggia (deviata) Franz Caruso, alias l’incappucciato, sindaco nel nome della “discontinuità” che ha promesso l’operazione verità sui conti del Comune ma poi ha messo un uomo del cazzaro al Bilancio come macigno per seppellire definitivamente ogni barlume di chiarezza ed evitare a Maruzzu altri guai con la giustizia.
Pina bell’i papà e l’ingegnere Zinno si sono ritrovati per riprogrammare interventi e rastrellare “altre risorse” e oggi (ma guarda un po’ il caso) abbiamo scoperto dalla penosa informazione di regime del Comune che queste risorse sono legate al PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che saranno presto disponibili per i Comuni. E hanno dato il via ad una “miracolosa” stagione di cantieri in tutta la città di Cosenza, specie nei quartieri popolari.
Insomma, il “tecnico al servizio della politica” è tornato in campo e si appresta a spartire torte di milioni di euro con gli amici degli amici e a seppellire un’altra ghiotta opportunità di sviluppo per la città dei Bruzi.









