Regione Calabria, Dipartimento Sanità. Il silenzio prima della “fuga”: protagonisti e retroscena

A distanza di qualche giorno, eccoci di nuovo a scrivere sulle tragicomiche vicende della sanità calabrese e in particolare del Dipartimento della Regione, ormai in balia di se stesso e senza lo straccio di una guida, dal momento che anche le testate nazionali stanno cercando di capire come mai il subcommissario-carabiniere non s’è ancora di fatto insediato. E sullo sfondo c’è la procura di Catanzaro che ha ormai avviato da tempo una inchiesta imbarazzante sulle modalità di gestione dei fondi pubblici ai boss della sanità privata. Un’inchiesta che ha già coinvolto il direttore del Settore 2 Autorizzazioni e Accreditamenti, dottor Caridi, giustamente denunciato dalla nuova dirigente del Dipartimento Jole Fantozzi. Caridi, altrettanyo giustamente, non ci ha pensato due volte a coinvolgere la signora Annamaria Lobello, mandata dagli amici degli amici per far “saltare” la fila a gentaglia come Pierino Citrigno, Saverio e Giancarlo (i)Greco, Claudio Parente e Carmine Potestio. Con enorme disappunto del subcommissario ombra Ettore Jorio, che ormai non sa più che pesci pigliare e si affida… all’oblio.

Ma procediamo con ordine.

Il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria attualmente è chiuso… per Covid-19. Il luogo deputato alla gestione del sistema sanitario calabrese e, di conseguenza, dell’emergenza pandemica, ha dovuto chiudere i battenti per l’improvviso moltiplicarsi dei contagi tra i dipendenti della struttura. Fatto, peraltro, non nuovo da queste parti e già verificatosi ai “bei tempi” della gestione Bevere. Secondo quanto trapela, i casi sarebbero poco meno di venti e questo ha fatto scattare la chiusura immediata delle stanze situate al terzo piano della cittadella regionale.

Il provvedimento di chiusura, con attivazione di smart working, è stato disposto dal Dipartimento del Personale che ha provveduto a indicare la tabella di marcia che dovranno rispettare i colleghi del Dipartimento Tutela della salute. Gli uffici, infatti, resteranno chiusi ancora fino a domani (i sette giorni scadono appunto il 25 gennaio), mentre tra ieri e avantieri tutti i dipendenti si sono sottoposti a un tampone di controllo. Complessivamente, nel Dipartimento Tutela della Salute lavorano circa cento persone… In sostanza, qualcuno ha deciso di prendere tempo e nello stesso tempo di non far “pascolare” nessuno dentro gli uffici, ché ormai pure le porte hanno orecchie…

Dipartimento Salute:  Jorio,  l’ira Funesta

Già da diversi giorni prima della chiusura, tuttavia, in Cittadella si sentivano le urla del Pelide Jorio, di cui sopra. Il “colletto bianco” non aveva gradito per niente le accuse alla sua pupilla Lobello e aveva solennemente sentenziato: “Se va via lei, la Lobello, vado via anche io!”… E tutti – ma proprio tutti – i dipendenti, dietro i cappelli, ridacchiando rispondevano: “Echissenefrega”…

Di certo Jorio non è e non può essere la soluzione ai mali della sanità calabrese. Anzi, nello specifico tutti sanno cosa ha fatto il soggetto – che si autodefinisce pure “comunista” – in questi anni. A Cosenza lo sanno anche le pietre che è sempre prestanome di due farmacie a Rende, con fatturato di 12 milioni di euro che ovviamente sta salendo in questo periodo di vacche grasse per i tamponi. E parliamo della farmacia Europa intestata alla moglie e della farmacia Lourdes intestata alla figlia. Fatti a conoscenza di tutti, non stiamo svelando nessun segreto, se non quello di… Pulcinella.

Ma, per non saper né leggere e né scrivere e magari per dare una mano pure a chi indaga, approfondiamo il discorso relativo al concorso per quest’ultima farmacia, che la figlia di Jorio ha vinto con un escamotage semplicissimo: la legge prevedeva che istituendo una società con più persone avrebbe avuto più punti al concorso. E allora Jorio cosa ha fatto per non perdere la zuppa? Ha fatto firmare una cessione dopo 3 anni ai soci pattuendo  il pagamento della quota di circa 250 mila euro, ovviamente intimando che se non se ne vanno dopo i 3 anni li denuncia perché vuole che il contratto venga rispettato… e cosi la farmacia rimane alla figlia… Facilissimo, vero? E tutto “legale”, naturalmente.

Ma andiamo avanti con le nefandezze, che mica è finita qui. Ettore Jorio, nel suo leggendario studio legale, segue diversi titolari di farmacia, e cosa fa il Professore di Diritto? Le affossa, per poi venderle e comprarle lui con un prestanome. Una pratica che ricorda molto quelle dei suoi “fratelli” della sanità privata, non c’è che dire.

Successivamente il Professore Jorio cosa dice, o meglio cosa dovrebbe dire: io mi dimetto dal ruolo perché anche mio figlio – avvocato – è responsabile del deficit della sanità calabrese.. Con tutte le cause milionarie che abbiamo fatto alle ASP calabresi, abbiamo contribuito ad aumentare il debito… Anche questo ormai è un segreto di Pulcinella, ma tant’è…

Si racconta che qualche giorno fa Jorio si è presentato negli uffici dell’Avvocatura regionale per discutere di una causa – il figlio è l’avvocato della controparte… – contro la Regione, facendo pressioni per avvisare gli avvocati di sostenere la tesi del figlio, e intimando che ne avrebbe parlato con il presidente Robertino, parassita come lui, ma che a quanto pare s’è stancato di questo andazzo e sta cercando di silurarlo senza farglielo capire.

Il giochino di Jorio, in sostanza, è arrivato ai titoli di coda e forse è meglio che Jorio torni al suo hobby di sempre ovvero il commercio di opere d’arte, ovviamente attenzionato dalla Sovrintendenza e dal nucleo dei carabinieri, per quelle strane e losche amicizie campane. Ma questa è un’altra storia.

Nel frattempo, pare che la sua attività lavorativa nei giorni immediatamente precedenti alla chiusura per… Covid è quella di trovare carte contro l’ex direttore generale Belcastro e contro Varone. Difende la Lobello solo perché trova le carte che gli interessano per mettere in difficoltà le persone che non l’hanno osannato e sta in Cittadella solo per scopi personali, ovvero quelli di accrescere la sua ricchezza per come si evince del resto dalle intercettazioni che sono al vaglio della procura… E – ciliegina sulla torta – ormai anche i magistrati sanno che il suo giocattolo delle opere d’arte è borderline e che le trattative che si fanno a Roma nel suo lussuoso appartamento ai Parioli, vedono protagonisti molti faccendieri già noti alla magistratura. Insomma, ce n’è abbastanza per scapparsene a gambe levate insieme alla Lobello e ad altri faccendieri. Sempre a futura memoria.