Cosenza, riapertura via Roma: Massimo Ciglio come Lisa Simpson

La querelle che più di ogni altra, oggi, accende l’animo combattivo e battagliero del cosentino è tutta incentrata sulla riapertura o meno al traffico cittadino, della famosa “striscia di via Roma” posta davanti alla scuola elementare “Plastina-Pizzuti”, voluta dal precedente sindaco Mario Occhiuto, e oggi intitolata come “piazza” ad un illustre cosentino il prof. Stefano Rodotà. In perfetta linea coi tempi che corrono, l’argomento, che ha scavalcato per importanza quello sull’enorme debito comunale e dell’Asp, ma anche quello sulla corruzione massomafiosa che opprime la città, nonché quello relativo all’usura, al pizzo, e alle droghe pesanti in mano ai ragazzini, ha diviso (si fa per dire) l’opinione pubblica cittadina, così come avviene con i no-vax e i si-vax, in due fazioni: quelli che vogliono la riapertura al traffico cittadino della striscia di via Roma perché non ne possono più di stare incolonnati per ore solo per percorrere qualche centinaio di metri, e quelli che, in nome della sicurezza e tutela della salute (sacrosanta) dei bambini, vogliono che resti chiusa al traffico. In due parole (per “categoria”): i “NO-opening”, e i “SI-opening” (l’uso dell’inglese è d’obbligo).

Ad averla spuntata dopo la delibera di giunta di Franz, forte del consenso ottenuto dei cosentini che l’hanno votato anche per riaprire via Roma, sembrava fossero stati i SI-opening (ovvero la stragrande maggioranza dei cosentini), che già pregustavano lo scorrimento veloce su via Roma, quando, come in tutte le rivolte che si rispettano, sono spuntate le barricate dei NO-opening (diciamolo: una esigua minoranza di cittadini. Minoranza che ovviamente va rispettata e tutelata anche nel sacrosanto diritto di manifestare), capeggiati dal preside della scuola Massimo Ciglio che, attraverso un documento stilato dal Consiglio dell’Istituto Comprensivo “Via Roma – Spirito Santo”, fa sapere al sindaco socialista (e a volte incappucciato) Franz, che se non saranno ascoltate anche le ragioni dei NO-opening, prima di procedere allo smantellamento della piazza,  nella prospettiva di trovare una soluzione che tuteli le ragioni di tutti, sarà guerriglia.

L’attivista Massimo Ciglio, che ha sostenuto sin dall’inizio l’opera di Mario Occhiuto, annuncia barricate. Dovranno passare sul suo corpo e quello di tutti i bambini se vorranno riaprire la striscia di via Roma. È questa la determinazione che traspare dal documento ispirato dal battagliero Ciglio al resto dell’assemblea, e indirizzato a Franz. Lo spirito è quello di sempre: chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso. E quando la lotta chiama, Ciglio risponde sempre: Presente! Pur di difendere il sacrosanto diritto dei bambini di avere uno “spazio di socialità”, il maestro Ciglio è disposto a tutto. Il che rende nobile questa sua azione, ponendolo, come immagine pubblica, a paladino dei più deboli. E questo ha ispirato anche qualche comunista rivoluzionario in congedo, a rispolverare falce e martello, e partecipare alla lotta che si annuncia dura. E quando il gioco si fa duro, come in questo caso, anche i duri (e puri) non tarderanno ad arrivare.

Quella annunciata dal barricadiero Ciglio ha tutti gli “argomenti” per definirsi una battaglia di civiltà. Che molto somiglia alla battaglia, per rendere l’idea e sottolineare la nobiltà politica che muove il Ciglio, di Lisa Simpson per salvare uno dei pochi alberi rimasti nella città di Springfield. E per quanto determinata fosse ad impedire l’abbattimento dell’albero, alla fine, Lisa si è dovuta arrendere all’evidenza della realtà: il vero problema da affrontare non è tanto impedire l’abbattimento dell’albero, che resta un problema contingente che va affrontato, ma capire il perché in città è rimasto solo un albero. E la risposta è arrivata spontanea: nella città con il più alto tasso di radiazioni nucleari libere di girare per le strade e distruggere ogni cosa, fermare la centrale nucleare, dove lavora Homer, che fa “acqua da tutte le parti”, forse è ancora più contingente che salvare l’albero.

Una riflessione che poniamo anche al rivoluzionario Ciglio: che senso ha (al netto della bontà che muove ogni tua azione) battersi per un rettangolo di cemento pittato, completamente circondato dal traffico più intenso che fanno di quel luogo la zona più inquinata della città. È giusto difendere lo spazio, ma non abbiamo mai sentito parlare il salutista Ciglio di come risolvere il problema dello smog cittadino che più di tutti danneggia i bambini a cui lui, e tutti noi ovviamente, teniamo tanto. Tutelare la salute dei bambini significa anche garantire loro, nel posto dove socializzano, aria pulita da respirare. E non ci pare che questo argomento, nella sacrosanta battaglia promossa da Ciglio, sia minimamente contemplato.