Cosenza. L’interrogatorio di Cirò a casa Morra e la mossa del Gattopardo

SECONDA PUNTATA (https://www.iacchite.blog/cosenza-morra-il-meetup-e-gli-esposti-alla-manzini/)

TERZA PUNTATA (https://www.iacchite.blog/cosenza-morra-manzini-e-la-santa-alleanza-contro-il-gattopardo/)

Il rapporto tra Morra e la Manzini va alla grande. I due sono affiatati e fanno coppia (lavorativamente parlando). L’ufficio dell’aggiunto Manzini diventa la base operativa dei due nuovi “sceriffi in città”. In procura non si fidano di nessuno. Sono soli contro tutti. Stanno attenti a tutto, soprattutto alle orecchie indiscrete. Del resto è lo stesso Morra che va dicendo da tempo che c’è qualcosa che non va nella “gestione della Giustizia” nella procura cittadina. Ed è per questo che preferiscono lavorare da soli. Il Gattopardo è preoccupato per questa quotidiana frequentazione, è uno smacco al suo potere, ma non può fare altrimenti: deve necessariamente fare buon viso a cattivo gioco. Le voci di diverse inchieste “aperte” della procura di Salerno, su segnalazione della Dda targata Gratteri, in merito ad un giro di corruzione giudiziaria ad opera di una quindicina di magistrati appartenenti al distretto giudiziario di Catanzaro (tra questi Mario Spagnuolo e Vincenzo Luberto), diventano sempre più insistenti e la prudenza, da parte del Gattopardo, diventa d’obbligo. Meglio assecondare l’operato della Manzini, forte in quel momento dell’appoggio di Morra pompato dai sondaggi che danno il Movimento oltre il 30%.

Siamo all’inizio del 2018, e le elezioni politiche sono oramai alle porte (marzo 2018), la possibilità di un governo a 5 Stelle è sempre più concreta. Ed è questa “possibilità” (che diventerà realtà con la formazione del primo governo giallo/verde) che impone a quella vecchia volpe del Gattopardo un atteggiamento di “prudente attesa” prima di passare alle contromisure per neutralizzare la novella coppia di investigatori. Meglio aspettare tempi migliori, avrà pensato il Gattopardo, tempi che non tarderanno ad arrivare.

Nonostante il duro scontro in corso con l’ex sindaco Occhiuto e tutta la sua banda, Morra, che non ha gradito per niente la chiamata in causa del figlio, e per questo desideroso di vendetta, rilancia con un altro esposto, questa volta frutto del suo lavoro, sul canile municipale di Donnici. Il professore, preso com’è dal delirio di onnipotenza, veste ogni giorno sempre di più i panni del poliziotto. E nel febbraio del 2018 si trasforma nella “polizia giudiziaria” della Manzini, e interroga, a casa sua, l’ex segretario del sindaco Giuseppe Cirò, denunciato da Mario Occhiuto come l’autore e l’artefice di una truffa all’economato cittadino. Cirò, a detta di Mario Occhiuto, intasca illegalmente rimborsi per viaggi istituzionali mai avvenuti.  La lotta tra Morra e Occhiuto diventa sempre più dura, e le scorrettezza fanno parte del “gioco”. La Manzini, se vuole incastrare Occhiuto, ha bisogno di “prove”, ed è Morra l’incaricato a trovarle.

È il 15 febbraio del 2018. A casa Morra si trovano Giuseppe Cirò, Gustavo Coscarelli (ingegnere, già candidato per i 5 stelle a sindaco di Cosenza), Maurizio Ponte (consulente tecnico della procura di Cosenza) e Dario Elia (collaboratore parlamentare del senatore), l’argomento è l’appalto massomafioso di piazza Fera/Bilotti, con particolare riferimento alle questioni relative al Mc Donald’s. Cirò ha portato con se del materiale che intende far visionare al senatore: la planimetria della piazza, e i documenti che attestano che nel progetto iniziale approvato dalla Regione Calabria non era prevista la costruzione dell’esercizio commerciale. Giuseppe Cirò consegna al senatore anche il nulla osta concesso dai Vigili del Fuoco che evidenzia la violazione della normativa antisismica, a tanti altri documenti relativi a questioni strettamente tecniche. Morra ascolta e nel mentre, all’insaputa dei partecipanti all’incontro, registra ogni parola. Una volta finito l’incontro il professore, diventato oramai un poliziotto a tutti gli effetti, riversa il registrato in un cd-rom, e corre dalla Manzini. Che in quel periodo ha chiesto ed ottenuto l’aiuto del maresciallo della finanza Domenico Portella. La Manzini esamina il materiale ed ordina al maresciallo una relazione per valutare se nel registrato vi siano ipotesi delittuose.

L’impresa di Morra nei panni dello 007 arriva, inevitabilmente, alle orecchie del Gattopardo, che si vede costretto ad adottare una contromisura, quantomeno per arginare il danno. E in qualità di procuratore capo ordina a quel marlonbrando del pm Cozzolino, sempre pronto quando i fratelli chiamano, di aprire un fascicolo e ascoltare i protagonisti di quell’incontro per meglio capire le “dimensioni del danno”. E così Il 30 luglio 2018, alle ore 11,15, nell’ufficio di quel togato di un Cozzolino, iniziano gli interrogatori. C’è da dire che il 27 luglio del 2018, tre giorni prima dell’inizio degli interrogatori, avevamo pubblicato la foto che ritrae il pm Cozzolino a cena con Carmine Potestio a quel tempo capo gabinetto del sindaco Occhiuto e l’allora presidente del consiglio comunale Caputo. La foto fu oggetto di ben due interrogazioni parlamentari di cui parleremo domani. Ma una considerazione la facciamo subito: com’è possibile far interrogare diversi cittadini da quel traffichino di un Cozzolino, proprio su fatti che riguardano Carmine Potestio e Mario Occhiuto, resta per noi un mistero. O meglio, è la prova provata di una insana collusione tra politica e magistratura. Il pm che va a cena con l’indagato, è cosa normale da queste parti, e non scandalizza nessuno.

Il primo ad essere interrogato da quell’infingardo di un Cozzolino, è proprio Morra. Dice il professore prestato alla polizia giudiziaria: «All’incontro del 15 febbraio 2018 eravamo presenti io, Giuseppe Cirò, Gustavo Coscarelli, Maurizio Ponte e Dario Elia, che è un mio collaboratore parlamentare dall’aprile del 2013, ma lo conoscevo sin dal 2010-2011. Coscarelli è esperto di lavori pubblici e di legislazioni in materia urbanistica, mentre Ponte è un ingegnere geotecnico con competenze specifiche in materia di lavori pubblici. Ho conosciuto Cirò nel 2017 dopo che è esplosa la vicenda giudiziaria riguardante i rapporti con il sindaco di Cosenza. E’ stato conosciuto da alcuni attivisti del Movimento Cinque Stelle, i quali gli hanno chiesto se poteva aiutarci a comprendere meglio le dinamiche relative all’appalto concernente i lavori di piazza Bilotti. Cirò mi riferì che voleva esibirmi alcuni documenti per chiarire meglio la situazione, quindi, ho ritenuto opportuno incontrarlo presso la mia abitazione e, per l’occasione, ho avvisato anche Coscarelli e Ponte in quanto in ragione delle rispettive competenze mi avrebbero aiutato a capire meglio le questioni esposte da Cirò. L’unico a sapere della registrazione era il mio collaboratore».

Ma un bravo Cozzolino che sa fare il suo mestiere non ci mette molto ad individuare l’anello debole della catena, e si concentra su Ponte, che con la procura lavora da tempo. Nell’interrogatorio il consulente della procura Ponte contesta totalmente il racconto di Morra (il perché si può solo ipotizzare). Dice Ponte sull’incontro: «Mi sono ritrovato casualmente ad un incontro al quale partecipavano il senatore Morra, Cirò e Coscarelli. Il tutto si tenne a casa di Morra, nel mese di febbraio/marzo. Sono andato lì per un saluto al senatore che sapevo essere presente presso la sua abitazione in quanto l’avevo contattato telefonicamente e lui mi aveva riferito di essere a Cosenza. Mi sono recato dal senatore non per parlare di qualcosa di specifico, ma solo per fargli un saluto essendo suo amico da tempo. Per circa 30-40 minuti in quanto lasciai l’abitazione del senatore Morra nel mentre i soggetti sopra indicati stavano ancora affrontando qualche questione tecnica relativa ai lavori alla criticità relativa alla mancanza del deposito dei calcoli della struttura metallica concernente il soppalco realizzato all’interno dell’esercizio commerciale, circostanza conosciuta da me poiché di dominio pubblico. Non ricordo di aver riferito nulla a proposito dei lavori di realizzazione del Mc Donald’s ma ho informato i presenti che ero stato nominato consulente tecnico del pm per la costruzione di piazza Bilotti, e non avevo documenti dietro».

Due versioni completamente opposte, Morra dice di averlo invitato a casa dopo averlo informato della presenza di Cirò, e Ponte dice di essersi trovato lì per caso e di non sapere niente di appalti e documenti. È fatta, Cozzolino ha trovato un “aggancio” per neutralizzare Giuseppe Cirò che accusava Occhiuto di essere suo complice nella truffa all’economato, ma soprattutto per neutralizzare Morra, facendoli passare entrambi come responsabili di un complotto ai danni del sindaco Occhiuto messo in atto attraverso la costruzione di prove false con l’aiuto della Manzini. E la versione di Ponte conferma la sua ipotesi. La reazione di Occhiuto non si fa attendere e, nel mentre si svolge una sotterranea “guerra tra magistrati (Luberto- Spagnuolo vs Lupacchini – Bruni- Facciolla, con Gratteri in panchina), la “famiglia” si mobilita con in testa la buonanima di Jole Santelli, e interrogano il ministro su quanto accaduto. Morra deve reagire, la Manzini va in ansia, e per tranquillizzare la banda l’agente 007 che nel tempo libero insegna filosofia, li informa che a breve otterrà la presidenza della commissione antimafia, e le cose cambieranno in meglio. Ma il prof ha in mente anche un piano B… e per questo gli serve l’aiuto, a sua insaputa, di quel fessacchiotto di Melicchio.

4 – continua