Tra quanti morti vi deciderete? (di Marco Travaglio)

Tra quanti morti?

(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Per capire a che punto è la notte, mettiamo in fila i fatti che nessuno nega. Nemmeno il più fervido atlantista afferma più che la resistenza ucraina sia in grado di sottrarre all’armata russa il Donbass, la Crimea e la striscia che li collega sul Mar Nero; che Mariupol, rasa al suolo e ormai in mani russe, possa tornare in quelle ucraine; che Putin, sconfitto e isolato da tutti, abbia le ore contate prima del famoso “regime change” annunciato da Biden e smentito dai suoi. Anche altre incaute analisi, in lieve contraddizione con le suddette, tipo che Putin fosse impazzito e pensasse di papparsi in tre giorni un Paese grande due volte l’Italia e di esservi accolto con petali di rose da una popolazione per 9/10 antirussa, per poi occupare l’intera ex Urss e infine marciare come Hitler sul resto d’Europa, erano bufale così grossolane che neppure i bufalari le ripetono più.

Insomma, il dibattito pubblico sta atterrando con quasi due mesi di ritardo sulla realtà che i veri esperti videro subito: una guerra regionale per il Donbass spacciata dagli attori in campo (palesi e occulti) per una guerra mondiale. La lenta marcia dei tank su Kiev era un diversivo per impegnare parte dell’esercito ucraino (tutt’ altro che inerme: una potenza militare armata fino ai denti da Usa e Uk e ora pure dall’Ue) e un’arma di pressione per i negoziati (anche con stragi orribili, vedi Bucha): nessuna volontà di occupare la capitale (Mosca avrebbe usato l’aviazione e calato le truppe dalla Bielorussia), rovesciare Zelensky, sostituirlo con un fantoccio e annettere il Paese (mission impossible con la popolazione ostile, l’economia al collasso, la gran quantità di armi e milizie mercenarie riconvertibili alla guerriglia e al terrorismo).

Stando così le cose, quanti morti ucraini serviranno ancora alle potenze (palesi e occulte) per sedersi al tavolo e prendere atto della realtà? L’iniziativa non la prenderà Putin, che dopo Mariupol e Kherson tenterà di sfondare su Odessa per avere altre merci di scambio a prezzo di nuove stragi. Non la prenderanno Biden e Johnson, che soffiano sul fuoco con altri allargamenti della Nato, nuovi invii di armamenti e “addestratori”, aumentando i rischi di incidenti fatali. E non la prenderà Zelensky, ubriacato dai falsi amici che gli raccontano che sta vincendo la guerra e presto i suoi marceranno su Mosca. Possono prenderla i governi europei, smettendo di inviare armi e subordinando la fine delle sanzioni a una trattativa seria, che parta non dai sogni, ma dalla realtà. La realtà che il cancelliere Scholz vide già quattro giorni prima dell’invasione russa, quando offrì invano a Zelensky un compromesso migliore di quello che uscirà dal negoziato post-bellico. Era due mesi fa, migliaia di morti fa.