Reggio è la città del “Tilla Iva”

dalla pagina FB ilmattoquotidiano

IL TILLA IVA

Bisognerebbe fargli un monumento solenne. Altro che Garibaldi o De Nava, altro che Camagna o le statue di Rabarama.

No, qui si parla di elemento tanto distintivo del popolo di Reggio, che meriterebbe ben altra enfasi e consacrazione.

Reggio è la città del TILLA IVA.

Il simbolo iconico del pensiero del Reggino medio, la massima espressione dei suoi sentimenti, la rappresentazione fedele del tratto caratteriale più comune.

Lo vedi, lo senti, lo tocchi un po’ ovunque: al bar, sui social, allo stadio, sui media; e si presta all’utilizzo in qualunque argomento, dalla vita quotidiana, alla politica, dall’arte allo sport.

Qualche esempio?

Raffiche di vento in Calabria fino a quasi 120 Km/h, alcune colonne dell’ Opera di Tresoldi si piegano…

“TILL’AIVA ditti jeu chi non duravunu…chi su sti cosi, sordi ittati…”

Che importa se nella efficientissima Milano vola il tetto del Castello Sforzesco o della Galleria: lì, figa, con quel vento….pensiamo a darci da fare per rimettere a posto tutto…E in fretta…Niente polemiche, PEDALARE.

La Reggina, dopo i primi anni di innamoramento del Presidente Gallo, che ha acciuffato la squadra già immersa fino al collo nella cloaca del fallimento, oggi soffre dannatamente in B.

“Non c’è nenti, TILL’AIVA ditti jeu, chistu non avi idea, è foch’i pagghia…”

Il Comune, dopo anni di inefficienza nella gestione della spazzatura, sembra aver trovato la quadratura con la nuova gestione, ma qua e là, continuano a proliferare cumuli incontrollati, sempre nelle stesse aree, sempre dagli stessi irriducibili incivili.

“U viristi? TILL’AIVA dittu jeu chi non cangiava nenti, anzi chi durau na par’i jorna…”

Ma vale anche nelle piccole cose.

Il commerciante costretto a chiudere o l’attività che dichiara fallimento è “TILL’AIVA dittu chi mi puzzava”.

La coppia che divorzia è “TILL’AIVA dittu chi non duravunu”.

L’acqua che manca per un giorno, dopo mesi di carenza idrica insopportabile è “non c’è nenti, anzi chi nda giustaru pi na para i misi, ma…TILL’AIVA dittu chi turnaumu puntu e accapu…”

TILLA IVA è ovunque.

È un potentissimo contraccettivo per qualsivoglia pars construens provi ad affacciarsi nel cervello di un essere umano Reggino.

Disintegra qualunque buono ci passi davanti, inibisce la crescita, seppur lenta, castra le nostre ambizioni.

Che importa se alimenta le nostre frustrazioni e nutre la nostra depressione: è semplice, è lì, a portata di bocca, di post, di articolo.

Peccato che è anche uno dei motivi principali per cui, in questo gioco al massacro, i nostri figli son costretti a scappare.

Parafrasando una vecchia pubblicità (progresso): chi TILLA IVA avvelena anche te: digli di smettere.