di Ferdinando Gentile
Nel caso qualcuno nutra ancora dei dubbi, le intercettazioni uscite negli ultimi giorni dovrebbero essere la prova che in questa città, in questa provincia, nella regione vi è un sistema, una cappa, che gestisce tutto, dagli appalti, ai tribunali, passando per l’accreditamento delle cliniche private.
Nicola Adamo, Giancarlo Greco, Ferdinando Aiello, Mario Spagnuolo. C’è davvero bisogno di ripetere chi sono queste persone? In questi anni Gabriele Carchidi e Michele Santagata hanno scritto dettagliatamente su di loro, spesso accusati di poco garantismo, raccontando di come si sono spartiti a tavolino la nostra città, di come hanno costretto in ginocchio un intero territorio, giocando con le vite delle persone, utili soltanto a infoltire le loro clientele.
In questi giorni stiamo leggendo le intercettazioni in cui questi personaggi si accordano su cariche politiche e ospedali nuovi, su truffe milionarie a cui con le amicizie giuste si può mettere una pezza e sui tentativi di zittire chi queste manovre le ha sempre denunciate pubblicamente…
“E poi ovviamente si parla di Iacchite’ e gli investigatori ascoltano la conversazione nella quale si dice che Ferdinando Aiello (deputato della repubblica all’epoca dei fatti) e Giancarlo Greco (noto imprenditore della sanità privata) sono stati tre volte con mazze e cappuccio vicino al bar Aiello per cercare Carchidi e “spaccargli le gambe”. Adamo la trova un’ottima idea”. Tanto per dire.
Un procuratore capo di una procura sana si sarebbe già dimesso dopo l’uscita di queste intercettazioni, così come tutta una serie di personaggi politici tirati in ballo in questa situazione dovrebbero spiegare alla comunità intera quello che sta venendo fuori, così come le tante testate e i tanti giornalisti che una settimana fa lamentavano la difficoltà di fare giornalismo in Calabria, oggi, dopo le dichiarazioni uscite su un loro collega, avrebbero già dovuto proclamare uno sciopero del settore e porre adesso, con forza, un problema di libertà di stampa in questo territorio.
È una pagina drammatica, a tratti sconfortante, ma se abbiamo ancora un po’ di dignità e vogliamo veramente rimanere a testa alta in questo territorio, forse è il momento di slegare le catene e opporsi a un metodo, un sistema che è a danno solo nostro. Loro sono ancora tutti ai loro posti…