Il 2% del Pil destinato agli armamenti. Governo della pace o della guerra?

Come si fa a tenere ancora in “vita” il governo Draghi, proprio non lo capiamo. E lo diciamo principalmente a forze politiche tipo i 5 Stelle, e ai partitini di sinistra (con qualche eccezione, tipo Fratoianni) che lo sostengono. Non lo diciamo al Pd perché si sa, non è certo un partito di sinistra e pacifista. Quello che ci chiediamo è: con quale faccia, i deputati 5 Stelle, hanno permesso, alla Camera, di approvare un ordine del giorno che impegna il governo ad aumentare le spese militari fino al 2% del PIL – che tradotto significa passare da 68 a 104 milioni di euro al giorno, ovvero da 25 a 38 miliardi di euro ogni anno. Ben 13 miliardi in più – quando nel Documento di Economia e Finanza del Governo Draghi, sempre gli stessi, hanno previsto un taglio di 6 miliardi di euro della spesa sanitaria, per gli anni 2023 e 2024? Per la sanità si taglia, Covid o non Covid, per gli armamenti i soldi sono sempre disponibili.

Ma i 5 Stelle da che parte stanno, dalla parte della pace o dalla parte delle lobby degli armamenti? Perché non si capisce, sembrano un branco di schizofrenici in preda al panico: quando parlano a favore di telecamera predicano pace e amore, e poi, quando si tratta di agire realmente per la pace, votato esattamente per il contrario: la guerra! Del resto, in un momento drammatico come questo a rappresentare la mediocrità politica e l’ininfluenza mondiale dell’Italia, c’è Di Maio. E abbiamo detto tutto!