Calabria saccheggiata. Giulio Serra, il cavallo che diventò funambolo

Il vecchio cavallo Giulio Serra ha ripreso a trottare. Fedele alla sua ormai celeberrima massima, l’ex consigliere regionale nonostante la condanna per peculato non si arrende, si professa innocente e annuncia battaglia legale.

Giulio Serra è di San Marco Argentano e dal 1986 – raccontano le cronache politiche – è sempre lui a decidere se piove o se “scampa”: Giulio Serra, detto il cavallo. Il soprannome se lo era affibbiato da solo nel 1999, quando riferendosi alla lista avversaria che aveva una colomba nel simbolo disse: “noi non siamo colombe, siamo cavalli che trottano”. E lui ha trottato lontano: quasi un ventennio da sindaco, due legislature da consigliere regionale di maggioranza, quota Udeur, appoggiando sia Loiero che Scopelliti.

Ma la sua maggiore fama è dovuta ad un editoriale sul settimanale del Corriere della Sera del 2009 firmato nientepopodimenoche da Gian Antonio Stella, che ne decantava le qualità di equilibrista ovvero di funambolo tra una coalizione e l’altra. E il cavallo diventò funambolo.

di Gian Antonio Stella

Fonte: Corriere della Sera

Narra la leggenda che Alfonso Maria de’ Liguori. scrittore, musicista e santo, riuscì nel 1774 a rimanere “fermo su una poltrona, immobile come una statua” a Sant’Agata de’ Goti, dov’era vescovo, mentre contemporaneamente andava in bilocazione a Roma per assistere il morente papa Clemente XIV e partecipare ai successivi funerali. Voleva restare, insieme, accanto ai fedeli e accanto al pontefice. Un prodigio.

Assai meno prodigiosamente, in terra di Calabria, per restare, insieme, accanto a Loiero e accanto a Berlusconi, un consigliere regionale ha deciso di “bilocarsi” con un piede dentro centrosinistra e un piede dentro il centrodestra. Giulio Serra è commissario regionale dell’Udeur mastelliano recentemente traslocato dall’una all’altra parte dello schieramento…

Saldamente ancorato alla maggioranza sinistrorsa che governa la Regione, Serra sta dandosi da fare per appoggiare la candidatura alla presidenza della Provincia di Cosenza di Pino Gentile, già socialista, già repubblicano e ora pidiellino. Al cronista del quotidiano cosentino che chiedeva se per caso non si sentisse un po’ imbarazzato o se la scelta anticipasse un passaggio di campo anche in Regione, il mastelliano ha risposto di no. “Anche se siamo con il centrodestra alle amministrative questo non significa che io abbandoni la maggioranza alla Regione. C’è un patto con gli elettori da rispettare: cioè quello di portare a termine la legislatura sostenendo il governatore Loiero”. Mastella, dice, è d’accordo. Noi non usciremo dalle giunte o dalle maggioranze in cui siamo stati eletti. Il concetto è molto chiaro”. Che c’enti anche il fatto che in Regione è presidente della Commissione Riforme e decentramento? Ma no, ci mancherebbe altro…