LETTERA LAVORATORI E LAVORATRICI SIARC APPALTO MENSA INRCA
Il 23 marzo 2022, per molte persone è stato un mercoledì come tanti, forse, ma non per noi lavoratrici e lavoratori S.I.A.R.C.
Le nostre mensilità arretrate, infatti, arrivano a quota sei, più la tredicesima.
È da settembre 2021 che non vediamo un euro e nel frattempo pandemia, carovita, guerre, tutto ha contributo ad esasperare ulteriormente la situazione.
Noi dipendenti della S.I.A.R.C. siamo tra i/le tanti/e lavoratori e lavoratrici in Calabria impiegate per società appaltatrici.
L’I.N.R.C.A. di Cosenza è una delle costole dell’Azienda Ospedaliera Annunziata presso la quale prestiamo servizio da anni e il 23 marzo 2022, è stato il giorno della delusione e della vergogna.
Se in passato l’I.N.R.C.A. ha goduto di nobile risonanza, ormai può confermarsi solo un circo di bassa lega.
Ad oggi ne escono sconfitte le istituzioni mai intervenute negli anni e l’I.N.R.C.A.
Prima tra tutte ad essere scandalosa è la S. I. A. R. C. poiché ahinoi non stiamo parlando di casi isolati. Puntualmente, ogni anno ormai, ci si ritrova con analoghe notizie di cronaca; da un lato gli stipendi non retribuiti arrivano a 6, 7 e dall’altro molte delle società appaltatrici risolvono il contratto per inadempienza.
Ma com’è possibile reiterare un target simile ed al contempo concorrere per ogni singolo bando di gara?
Sembra evidente che a monte imperi la logica de “i dipendenti si pagano se resta qualcosa“.
Considerando che di tutto ciò a pagarne le conseguenze non solo siamo noi lavoratori ma anche l’utenza, la quale dovrebbe avere un servizio mensa preciso e di qualità.
Del resto per la S. I. A. R. C. l’importante è che questo servizio risulti appaltato ed in malo modo (a causa delle lacune dei vertici) espletato, anche con il sangue, se necessario!
Dopo incessanti richieste d’aiuto e l’indifferenza più totale, nonostante le grosse violazioni dei nostri diritti, l’unica mosca bianca è stata un’impiegata della sede legale dell’I. N. R. C. A. di Ancona, dove si trova la sede legale, e sta cercando di fare il possibile, ascoltandoci.
Perché questo atteggiamento? Come mai questa inerzia, se noi dipendenti svolgiamo un servizio essenziale?
Ci rivolgiamo tanto ai responsabili del servizio quanto alla proprietà che continua a fare scena muta ed a chiunque abbia una parte attiva in questa storia.
Se le fatture emesse sono state pagate, come mai avanziamo ancora lo stipendio di ottobre 2021?
Pretendiamo la massima attenzione e disponibilità delle Istituzioni, del Prefetto di Cosenza, del Sindaco. Chiediamo all’ispettorato del lavoro di fare luce e chiarezza su questa situazione perché abbiamo BISOGNO di quanto ci spetta.
È il momento di dire basta, non siamo numeri ma essere umani, alcuni con delle famiglie, ed a rischio di non poter più sopravvivere.
Trattati troppe volte senza dignità, dovremmo continuare a prestare servizio senza un euro in tasca per acquistare un kg di farina. Il lavoro non è questo, vergogna.
Cosenza, 26 marzo 2022
Lavoratori e lavoratrici SIARC appalto INRCA