di Simone Guglielmelli
Abbiamo vinto, è quello che ho scritto alle decine di persone che in queste ore mi hanno inondato di messaggi e telefonate.
Abbiamo, si, perché è stata una battaglia collettiva, che ha contrapposto la parte sana della città a pochissimi, mossi da rigurgiti reazionari, dal desiderio di vendetta e dall’assillo di preservare lo status quo che è dato da povertà, sfruttamento e negazione di diritti.
Loro realmente eversivi e socialmente pericolosi per la collettività. Sbugiardati finanche da procura e tribunale, un boomerang. In un Paese normale cambierebbero mestiere, a queste latitudini continuano a guidare una questura. Che bella la democrazia liberale nostrana.
A chi non crede al fatto che le istituzioni italiane possano praticare sistematicamente e arbitrariamente, sulla pelle di liberi cittadini, sopraffazione e violenza consiglio di spegnere la Tv e osservare con maggiore attenzione ciò che ci accade intorno.
Sono stati mesi segnati da rabbia profonda, che il provvedimento di ieri placa solo in parte, perché sapere che ci sono migliaia di persone che subiscono queste e molte altre misure di “prevenzione” non dovrebbe lasciare nessuno sereno e indifferente. La sorveglianza speciale è un abominio, una oscenità, sempre e in ogni caso, non solo quando viene proposta contro degli attivisti.
Non avremmo ottenuto questo risultato senza la mobilitazione e il sostegno di tanti e tante, in forme e intensità differenti ma tutte importanti e senza l’impegno dei nostri avvocati Maurizio Nucci e Giuseppe Lanzino.
Grazie!
Il messaggio collettivo di sdegno recapitato alla controparte è stato chiaro: “non ci provate”.
Questa vicenda ci conferma che alzare la testa, combattere la rassegnazione e battersi per una società più giusta è possibile e necessario, qui e ovunque. Questa è la migliore Politica, la criminalità è ben altro e chi vive in questa terra lo sa bene.