Ospite alla puntata di lunedì 28 marzo di “Supermercato” su Telenuovo, il direttore sportivo del Padova Massimiliano Mirabelli ha condiviso questi primi due mesi da diesse biancoscudato, dicendosi più che fiducioso per questo rush finale del campionato, che vede la squadra di Oddo a soli 4 punti dalla vetta con 4 partite ancora da giocare.
“Stiamo lavorando 24 ore al giorno per raggiungere l’obiettivo ma ancora non abbiamo fatto nulla. C’è tanto da fare per far sì che si realizzi il sogno degli sportivi e dei tifosi padovani. Qual è il segreto? Nessun segreto. Dobbiamo solo pensare a quello che dobbiamo fare noi senza disperdere energie a guardare quello che fanno i nostri avversari”.
Quando Mirabelli è arrivato all’ombra del Santo, a fine gennaio, la squadra era a 10 punti dal Südtirol. Sembrava impossibile ridurre questo divario invece, grazie alle 6 vittorie in altrettante gare con Massimo Oddo in panchina, il gap si è ridotto e ora il primo posto è vicinissimo. “Sembrava impossibile, sembrava che fosse finita – ha raccontato il direttore sportivo calabrese – c’era molta negatività, anche frutto della delusione per la mancata promozione dello scorso anno. E invece ci sono le potenzialità e dobbiamo smettere di guardare indietro né per quello che si poteva fare e non è stato fatto né per quello che è stato fatto perché non è ancora finita. Dobbiamo pensare che il nostro futuro è la partita di sabato a Vercelli, poi penseremo a quella successiva”.
Il diesse ha poi aggiunto. “L’ansia non porta da nessuna parte, bisogna stare sereni. Il che non vuol dire abbassare l’attenzione, vuol dire sapere le cose che si devono fare ed esprimersi al meglio per farle. Padova è una piazza importante, il club ha tradizione e storia, la città è bellissima e la proprietà è ambiziosa. Questa realtà non ha nulla da invidiare a nessuno, le manca solo di tornare in categorie più importanti”.
A proposito di Oddo, scelto al posto di Pavanel da fine febbraio, ha poi precisato. “Con lui una squadra che viaggiava a ritmi alti è riuscita a fare un ulteriore salto di qualità. Non era facile: fare meglio di prima significava vincerle tutte e fin qui ne abbiamo vinte 6 su 6. C’è ancora tanto da fare e da migliorare perché noi abbiamo il difetto che quando una cosa la vediamo facile ce la complichiamo. Dobbiamo essere più concreti e non abbassare mai la guardia. Quando ti guida uno che qualcosa in carriera l’ha vinta riesci a gestire certe tensioni e situazioni molto meglio”.