Che Sgarbi sia una specie di Arlecchino, la classica pezza a colori che va bene a tutti, è cosa conclamata. E lo avevamo chiaramente scritto all’indomani della sua venuta a Cosenza per sostenere l’ex sindaco Occhiuto nella ricerca del tesoro di Alarico.
Ricerca che in un primo momento aveva criticato. Salvo poi, a pagamento avvenuto, cambiare idea e sostenere il progetto. Ma non si è fermato qui l’ingaggiato della presenza. Ha annunciato anche il sostegno elettorale ad Occhiuto, annunciando la creazione di una lista.
Tanto deve essergli piaciuto il “giusto guiderdone” che gli ha promesso Occhiuto. Ma ancora una volta lo Sgarbi non smentisce la sua fama di prezzolato. E va in giro per l’Italia a vendersi al miglior offerente. Così come ha fatto a Cosenza. Ed ecco che la “Gazzetta della Spezia e provincia”, pubblica un articolo in cui si paventa la candidatura a sindaco di Sgarbi nella ridente cittadina ligure, di La Spezia.
Insomma, come potete capire anche voi, la sua presenza qui a Cosenza è stata e vuole essere solo uno spot pubblicitario alla sua figura, da cui lui trae profitto. Ed insieme a lui la figura politica a cui si affianca in quel momento.
Perché lui è un maestro nel monetizzare la sua immagine, e sa che per mantenere alto il suo tariffario deve apparire ovunque e comunque. Ecco perché viene qui e dice che si candida, va a La Spezia e dice che si candida, va a Corigliano e dice che si candida. Più sta in tv e sui giornali e più guadagna. Di Cosenza, come di La Spezia, a lui non gliene frega niente.
Come non gliene frega niente dei cittadini a chi come Occhiuto pensa che contornarsi di questo soggettume, possa coprire le sue losche intenzioni. Evidentemente pensa che i cosentini si possono intortare in tutti i modi tanto sono dei fessacchiotti.
Pensa che facendoci raccontare quattro vave da questo scorbutico presenzialista, ci scordiamo dei danni che ha prodotto alla città. Il tempo delle chiacchiere è finito. La gente non abbocca più. Forse funzionano ancora tra di loro, allora Occhiuto potrebbe sfruttare questa sua amicizia chiedendo a Sgarbi di trasformarlo da ciucciu qual è, con quattro chiacchiere, in un fiero destriero.