Nota degli organizzatori (Auser, Escursionisti Appennino Paolano, Goel, Cosa Vostra e Rete dei Beni Comuni)
Una giornata emozionante.
Ci aspettava un lungo percorso in montagna, una fitta nebbia ci ha accolto e ci ha accompagnato fino a quel maledetto punto. Il luogo che, 40anni fa, aveva inteso provare a celare per sempre le spoglie di Pompeo Panaro. Una sessantina di persone sabato, nonostante il clima incerto, hanno deciso di accendere in quello stesso luogo una fiamma: una luce di speranza che deve guidare le azioni di ogni cittadino responsabile, affinché la verità trionfi sempre e comunque contro ogni forma di deviazione, da qualunque parte essa provenga.
Quando la fiamma si è accesa, la nebbia si è meravigliosamente diradata, i cuori di tutti i presenti si sono uniti all’unisono, come se fosse un segno arrivato dall’alto, quasi che la memoria di Pompeo Panaro, nonostante l’oblio di questi quarant’anni, con la cerimonia di sabato sia stata simbolicamente riconsegnata a noi e alle future generazioni nella sua limpida interezza. Il sole ha spezzato le tenebre, ugualmente un gruppo di associazioni e di cittadini consapevoli, liberi e propositivi hanno, in amicizia e con profonda partecipazione, dimostrato che le esigenze di giustizia e verità non saranno mai soffocate dal malaffare. Rendere onore ai principi, all’esempio, ai valori che hanno guidato la vita e l’azione politica di Pompeo Panaro acquista tanto più significato quanto più è proiettato nella guida che deve orientare le future generazioni alla realizzazione di una società più giusta e attenta ai bisogni generali. I tanti giovani presenti ne sono stati testimonianza. Le parole e la preghiera di Padre Domenico, in rappresentanza del Santuario di San Francesco di Paola, sono state il corollario più armonioso. Al di là delle espressioni, quanto più vivamente percepibile, è stata la commozione a pervadere ognuno dei presenti.
Visto il destino cui finora Pompeo Panaro era stato condannato, tutti sono stati pienamente partecipi del significato che una seppur piccola cerimonia riveste nel lanciare un messaggio deflagrante verso quella parte di società che – ancora oggi – troppo passivamente accetta le logiche perverse del potere deviato costituito.