“Nell’apprezzare l’impegno manifestato nei giorni scorsi del commissario prefettizio di Pizzo per favorire un celere pagamento delle spettanze dei lavoratori in vista dell’imminenza delle festività pasquali, riteniamo tuttavia necessario rivolgersi al rappresentante comunale per fornire alcuni chiarimenti e, soprattutto, per tentare di fornire una descrizione della disastrata situazione del cantiere di Pizzo e delle condizioni in cui i lavoratori si trovano ad operare, ben diverso da quell’isola felice cui la presenza sul territorio di una azienda come la Calabra Maceri farebbe pensare”. Inizia così la lettera aperta, indirizzata al commissario prefettizio del Comune di Pizzo nel Vibonese, del coordinatore provinciale del sindacato Slai-Cobas Nazzareno Piperno.
“In primo luogo la precisazione. Se è vero che circa una metà dei lavoratori è riuscita ad avere la retribuzione in tempo, tra venerdì e sabato santo, per passare una Pasqua un po’ più serena – continua il sindacalista – è anche vero che l’altra metà ha ricevuto il dovuto soltanto dopo le festività pasquali, rendendo così, in parte almeno, improduttivo, lo sforzo del rappresentante comunale. Se questo sia dovuto ad un problema bancario o ad un ritardato flusso finanziario noi non lo sappiamo; quello che sappiamo è che per metà circa dei lavoratori la Pasqua è trascorsa senza i soldi per la spesa“.
“Quanto sopra ci consente di introdurre una delle criticità cui si accennava in precedenza e che riguarda proprio i pagamenti. Come è noto – si legge ancora nella lettera aperta – la retribuzione è dovuta con lo scadere del mese ma il datore di lavoro può, senza essere considerato in mora, corrisponderla fino al 15 del mese successivo. Ebbene accade che la Calabra Maceri non rispetti mai tale termine, pagando sempre oltre il 15. Il problema di non poco contro è che della data dei pagamenti i lavoratori sono tenuti del tutto all’oscuro, non venendo mai informati del giorno (una volta il 18, un’altra il 20, un’altra ancora il 21 e così via…) venendo così di fatto costretti a recarsi, a partire dal 15, pressocchè quotidianamente presso il bancomat del proprio istituto bancario, per venire a conoscenza di eventuali novità. Andare in banca nelle speranza di vincere… lo stipendio così come andare alla ricevitoria nella speranza di vincere alla lotteria. Cosa umiliante che potrebbe facilmente essere evitata semplicemente comunicando loro il giorno del pagamento”.
Le criticità però, secondo quanto afferma il sindacalista, non finirebbero qui: “Esiste sul cantiere un’evidente carenza di personale con un organico palesemente sottodimensionato rispetto alle esigenze del territorio e del servizio. A causa di pensionamenti, dimissioni e qualche licenziamento, risultano in servizio non meno di 10 operatori in meno rispetto a qualche tempo fa. Questo si traduce in un insostenibile clima di esasperazione lavorativa scontrandosi inevitabilmente il risicato organico con le complesse necessità del servizio in un Comune dal territorio particolare come Pizzo Calabro. La carenza di personale, infatti, dà luogo ad una vera e propria mobilità selvaggia dei lavoratori costretti, nell’ambito dello stesso turno, a spostarsi più volte su diversi servizi a seconda delle necessità del momento nel tentativo di sopperire a tutte le necessità con una coperta troppo corta per non lasciare fuori qualcosa”.
“Tutto ciò crea un clima di tensione tra i lavoratori, sballottati senza requie di qua e di là nel tentativo di coprire un servizio che l’organico attuale non è in grado di garantire per quanti sforzi gli stessi facciano ogni giorno. D’altro canto – scrive ancora Nazzareno Piperno – non si vede come sia possibile che 10 uomini, per quanto di buona volontà, riescano a fare il lavoro di 20. E una situazione del genere certo non rende onore alle dimensioni, all’importanza e alle capacità organizzative di una società come la Calabra Maceri che, nell’occasione, non sta certo dando buona prova di sé. La carenza di organico, poi, porta anche a far svolgere il servizio ad un solo operatore costretto a lasciare il mezzo affidatogli incustodito ed a motore acceso per poter scendere e raccogliere i sacchetti“.
Per questa ragione il commissario prefettizio è stato invitato “a diffidare la società da tale modus operandi se del caso anche tramite l’intervento della forza pubblica per i rischi che ciò comporta tale circostanza, vista la particolare conformazione di gran parte del territorio comunale, fatto di vie strette e spesso scoscese, da la misura dei rischi che non solo i lavoratori ma anche la collettività corrono per il caso, purtroppo verificatosi in qualche occasione tenuta accuratamente nascosta, di un mezzo dal freno a mano non ben funzionante o non ben inserito. Non parliamo poi dei potenziali danni che si potrebbero verificare ove ad essere coinvolto fosse un autocompattatore il cui peso rischierebbe certamente di sfondare il muro di un’abitazione. Ed alla base di tutto ciò vi è sempre la carenza di organico di cui la Calabra Maceri è ben a conoscenza da sempre senza però aver mai fatto nulla o quasi per porvi rimedio”.
“E allora ci chiediamo e vi chiediamo: fino a quando dovrà andare avanti tutto ciò? Fino al verificarsi di un incidente per poi stracciarsi le vesti e parlare ancora di sicurezza sul lavoro o peggio? Aspettiamo fatti e risposte concrete – conclude il coordinatore provinciale dello Slai-Cobas – pur dubitandovi avendo in passato già più volte denunciato tutto ciò senza riscontro alcuno. Speriamo solo che oggi, tramite il commissario prefettizio, qualche risposta si riesca ad avere. Attendiamo”.