Cosenza, l’incidente a San Vito e i due carabinieri che “giocano” a Starsky & Hutch

Cosenza, Salita San Vito: inseguimento dei carabinieri finisce in una carambola. Questa la dinamica descritta nella velina inviata dall’Arma dei carabinieri alle redazioni dei giornali dell’incidente avvenuto ieri sera intorno alle 18,15 sulla strada che dalla salita del rione San Vito porta a Città 2000 tra un’auto dei carabinieri e una Golf blu. Stando a quanto sostenuto dai carabinieri, il giovane alla guida della Golf blu (e sulla quale c’erano anche i suoi due figli minorenni) non si sarebbe fermato all’alt intimatogli della pattuglia (non si capisce se ferma a posto di blocco, o in seguito ad “avvistamento” durante un normale pattugliamento del territorio), e da qui ne sarebbe scaturito un inseguimento finito con la carambola che ha coinvolto le due auto, la Golf e quella dei carabinieri.

Ma pare che le cose non siano andate proprio così, a sentire diversi testimoni e alcuni parenti del giovane coinvolto che hanno assistito in diretta alla “scena”. Infatti la versione fornita dai testimoni coincide con quella dei carabinieri in un solo punto, ovvero che l’auto guidata dai militari dell’Arma ha volontariamente speronato la Golf blu con a bordo i due bambini. E le foto delle due auto coinvolte non lasciano spazi a dubbi sullo speronamento da parte dei carabinieri della Golf blu. Quello che invece non coincide è il presunto “alt” intimato e non rispettato dal conducente della Golf blu. Anche perché se così fosse c’è da chiedersi, indipendentemente dalla conoscenza o meno del soggetto alle forze dell’ordine: come mai i carabinieri nonostante la presenza di due bambini in auto – se erano fermi a posto di blocco, significa che la Golf è “sfilata” davanti a loro, e quindi non accorgersi dei bambini è impossibile, stessa cosa se l’alt è stato intimato in “movimento”, che significa che si sono avvicinati alla Golf in marcia e, anche in questo caso, non vedere i bambini è impossibile – si lanciano in un presunto inseguimento speronando di brutto l’auto inseguita?

Perché è questo il punto focale della storia: ma a questi due novelli Starsky & Hutch de noantri non è passato neanche per un secondo per la testa che l’azione che stavano compiendo poteva avere gravi ripercussioni sull’incolumità dei due bambini a bordo dell’auto? E la loro incosciente azione, nonostante i vertici dell’Arma si ostinino ogni volta a coprire le magagne dei loro sottoposti, non può essere giustificata nemmeno se alla guida dell’auto ci fosse stato Messina Denaro. Il compito del carabiniere è tutelare l’incolumità degli “innocenti”, prima ancora che “arrestare” un colpevole. E questo grave episodio evidenzia, senza ombra di dubbio un palese abuso delle cosiddette “regole d’ingaggio” da parte dei due carabinieri in questione, dei quali cercheremo di sapere nomi, cognomi e indirizzi.

Questo il racconto di uno dei parenti dei bimbi coinvolti in questo episodio. Citiamo testualmente le sue parole: “Il mio parente era appena uscito di casa insieme ai suoi due figli per andare a mangiare un gelato: erano più o meno le 18,15, quando ho visto l’auto dei carabinieri fiondarsi sulla Golf che percorreva la strada che dalle “villette di San Vito” scende a Città 2000, “direttamente” senza alt e senza niente. Al che, dopo essermi accertato delle condizioni di salute dei bimbi e del mio parente, è scoppiato anche un parapiglia con i carabinieri, perché non riuscivo a capire il perché di quel gesto. Se avessero intimato l’alt, il mio parente si sarebbe fermato, non è un pazzo da mettere a repentaglio la vita dei suoi figli, cosa che invece hanno fatto i carabinieri”. 

Speriamo in un approfondimento da parte del comandante provinciale dei carabinieri, perché l’abuso delle regole d’ingaggio in questa storia sembra davvero più che evidente ed è supportato anche da molte altre testimonianze.