Il presidente della Reggina, Luca Gallo, è stato arrestato e posto ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma. I reati ipotizzati dagli inquirenti sono autoriciclaggio e omesso versamento delle imposte. Eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 11 milioni di euro e quote sociali di 17 società.
Si trattava di un’inchiesta nella quale l’allora vennero intervistati anche il ministro del Lavoro, la pentastellata Nunzia Catalfo e il consulente del Lavoro Marco Militello, che sulla questione aveva presentato alcune denunce. «Siamo stati da Luca Gallo per cercare di capire perché, da qualche anno, tanti ragazzi gli danno la caccia per capire che fine abbiano fatto i loro contributi all’Inps, i loro Tfr e le loro tredicesime», era questo il sommario delle Iene.
Già a fine ottobre del 2020, dunque, il patron degli amaranto era stato tampinato dai giornalisti del programma Mediaset, dopo alcune denunce da parte dei dipendenti della M&G Holding (società multiservizi con filiali in tutta Italia): «Ci ha truffati!».
La “iena” Roberta Rei braccò Gallo che fece subito presente: «Ora voi monterete ciò che volete e io passerò come il mostro della situazione». I dipendenti si chiedevano che fine avessero fatto contributi Inps, Tfr e tredicesime. «Non è giusto perché sono sacrifici di persone che si svegliano la mattina e tornano la sera, distrutti. Nessuno riesce a fermarli. Come è possibile?». O ancora: «Io vorrei avere ciò che mi spetta» o «Loro “giocano” sulla fame della gente». Accuse molto pesanti nei confronti dell’agenzia interinale, che forniva personale a esercizi commerciali, salvo poi non versare i contributi – stando a quanto denunciavano i dipendenti “frodati”. Ieri gli inquirenti sono arrivati a una prima conclusione, nell’attesa della sentenza definitiva.









