(Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Ci volevano due immense tragedie, come la pandemia e la guerra, per rendere definitivamente illeggibili le cronache sulle cosiddette “fibrillazioni” partitiche. Il fatto che da quasi un triennio il discorso pubblico si sia concentrato, purtroppo, sul tema della salute globale, e dei costi immensi del virus in termini di vite umane e tracollo economico, per poi procedere alla danza macabra sull’orlo della terza guerra mondiale, avrebbe dovuto retrocedere nelle brevi gli stucchevoli balletti in stile politichese. Non è andata così osservando il palinsesto di quotidiani e tg dove ogni giorno sulle faide forzitaliote Gelmini-Ronzulli, o sulle baruffe sorrentine Meloni-Carfagna, o sulle polemiche “sotterranee” Letta- Conte, si continuano a consumare intere foreste di cellulosa e l’energia prodotta dalle cascate del Niagara. Del tutto inutilmente, non avendo colto i facitori dell’informazione la definitiva irrilevanza (in termini di copie e di ascolto) del molesto chiacchiericcio.
Soprattutto a fronte della drammatica realtà dei fatti, quando è perfino in gioco la stessa sopravvivenza della specie umana. Oppure, al contrario, avendo i gestori del nulla consapevolezza di questo pestare acqua nel mortaio eppure impossibilitati a svincolarsi da pigrizie, abitudini e vassallaggi vari: la zavorra piombata che sta portando a fondo la carta stampata. Forse soltanto i sopravvissuti del ceto partitico possono ancora avidamente abbeverarsi alle dense articolesse sul dibattito interno al Pd o sulla “tenuta delle coalizioni” nel test amministrativo di giugno. Non certo i cittadini elettori, poiché il crepuscolo dell’edicola (e degli ascolti) segue di pari passo (e viceversa) l’inarrestabile caduta della frequenza al voto. Dove invece la politica può riscoprire un ruolo essenziale è quando il dibattito collettivo incrocia l’istituzione Parlamento e il suo ruolo di rappresentanza. Infatti, a partire da giovedì prossimo con l’informativa alle Camere del premier Mario Draghi sull’invio a Kiev di altre armi (leggere o pesanti, resta un mistero doloroso) – ma soprattutto sull’adesione alla Nato di Svezia e Finlandia, accompagnata dai latrati nucleari di Putin – ci si augura che sia data ogni esauriente risposta alle attese degli italiani. Di fronte all’agghiacciante escalation bellica relegati al ruolo di spettatori allarmati e sgomenti. Altro che le fibrillazioni!