Cosa ci facevano qualche giorno prima del voto Peppe ‘ndrina Mangialavori e compare Francesco De Nisi insieme a Pizzo Calabro? A Vibo e dintorni, tutti sanno che Mangialavori, senatore della Repubblica in carica e in procinto di ricandidarsi e De Nisi, ras incontrastato della vicina Filadelfia, sono “in affari” da anni, tutti sanno che il De Nisi è addirittura riuscito ad entrare in consiglio regionale nell’Armata Brancaleone di Peppe ‘ndrina e del presidente-parassita-cosentino (Occhiuto), ma sanno anche che – almeno sulla carta – i due a Pizzo dovrebbero stare su fronti diversi.
Eh sì, perché Mangialavori è lo sponsor del candidato Pititto, funzionario dell’Inps, e De Nisi del candidato De Pasquale, medico senza particolari capacità … E allora? Come mai questi due soggetti, evidentemente non ancora “ammaestrati” dalle fotografie che gli venivano scattate dalla Dda di Catanzaro, continuano ad inciuciare?
A Pizzo lo sapevano tutti che, in realtà , l’esito della campagna elettorale è già bell’e scontato. In molti ci avevano già detto che, se avessero avuto soldi per scommettere, avrebbero puntato tutto sul “cavallo” di Peppe ‘ndrina e non è neanche tanto difficile capire perché.
Tutti sapevano che Pititto aveva ben due ormai ex candidati sindaco nella sua lista. Si trattava di due signori che si chiamano Broussard e Procopio, che sono stati richiamati agli ordini. Da chi? Tutti gli indizi portano a un certo signor Fiumara, gran “volpone” del paese e soprattutto zio di Gianluca Callipo, ex sindaco di Pizzo, arrestato nel blitz di Gratteri di dicembre 2019 e quindi decaduto ma ancora molto influente, per usare un eufemismo, e ovviamente “accriccato” con il suo vecchio compare Occhiuto e con la sua banda. Anche Fiumara è stato coinvolto nel blitz di Gratteri, ma se l’è cavata molto meglio del nipotino e, a differenza sua, ha le mani libere e andrebbe in giro a “piazzare” e spostare candidati. E’ vero come a Pizzo tutti dicono che c’è Fiumara dietro l’operazione Broussard e Procopio? Ma non solo…
Volete proprio saperla tutta? Gratteri doveva guardare gli introiti della ditta di Gianluca Callipo a Vibo, prima che lui fosse sindaco (era vicina al fallimento) e dopo il blitz Rinascita Scott. Voi non ci crederete ma sembra che gli affari di Gianluca adesso vadano molto ma molto meglio, chissà perché… Qualcuno sussurra che sia merito del suo salto della quaglia da sinistra a destra, in quota Mangialavori-Occhiuto, che gli ha procurato i guai giudiziari che tutti sanno ma che gli ha portato anche benefici.
Di solito, si dice che quando una consorteria massomafiosa controlla il voto in una regione, in una città o anche in un paese, schiera una lista vincente e una “civetta” ovvero finta avversaria, per vincere senza destare sospetti. Bene, a Pizzo, siamo andati oltre perché di liste-civetta ce n’erano addirittura due. Non solo quella di De Pasquale, appoggiato oltre che da De Nisi anche da Antonio Lo Schiavo, formalmente aderente al gruppo di De Magistris ma nei fatti “pedina” di Brunello Censore, che fa parte della “cricca” del Pd-P2. Ma addirittura anche quella del terzo candidato, tale Muzzupappa, presidente del consiglio comunale della vicina Filandari. Una candidatura apparentemente senza senso, se non quello di rendere più “credibile” la vittoria di Pititto ed evitare “sorprese” sempre possibili. Un consigliere di Broussard (quello che doveva candidarsi sindaco e poi s’è buttato con Pititto), il signor Ceravolo, si è candidato proprio con Muzzupappa. C’è bisogno di aggiungere altro?
Sì, forse c’è ancora bisogno di aggiungere altro. A Pizzo dilaga il voto di scambio con i villaggi turistici, le case popolari, i tributi e il suolo pubblico non pagati. Tutti sono funzionali al “risultato”, compresi quelli che perderanno perché devono… perdere. Come De Pasquale, per esempio, che è medico ma non sa fare manco una puntura e dicono che sia il campione assoluto di assenteismo. Capito che soggetti? E poi, basta dare un’occhiata alle liste, dove non c’è manco l’ombra di persone preparate ma solo chi appartiene a famiglie numerose e in grado di portare più voti possibili. E anche ai media vibonesi, dove a comandare, manco a dirlo, ci sono quelli di don Domenico Maduli, che sta catapultando alla vittoria Pititto a suon di legnate ai suoi, peraltro molto presunti…, avversari. Un piano perfetto, non c’è che dire.
Come mai il commissario Reppucci ha trovato 18 milioni di euro di debiti? La ditta esterna (Soget) che ha chiamato, farà rientrare i furbetti che non pagano? Come mai le entrate del Castello di Murat e di Piedigrotta sono esternalizzate a persone vicine a Gianluca Callipo? I parcheggi, come mai sono stati dati alla ditta di Montalto, che non è proprio un giglio di campo? Chi del Comune ha fatto favori, per non far pagare questi soldi?
I problemi hanno sempre nomi e cognomi. Ma a Pizzo Calabro un po’ di più.