I lavoratori Carrefour hanno abbandonato in massa CGIL, CISL e UIL eppure i sindacati confederali si autoincensano definendosi ancora rappresentanza dei lavoratori.
La situazione è gravemente lesiva dei diritti dei dipendenti, i sindacalisti non hanno neppure informato i lavoratori prima di incontrare l’azienda e oggi non intendono prendere atto della loro volontà. Ormai se la cantano e se la suonano da soli con il beneplacito dell’azienda che invitava i lavoratori a partecipare all’assemblea indetta dalla triplice sindacale per giorno 25 marzo.
Ma i lavoratori ormai non credono più alle favole e all’assemblea hanno partecipato solo in 10 su 173 dipendenti, un dato così schiacciante che delegittima la rappresentanza sindacale dei confederali e annulla qualsiasi decisione che la stessa abbia potuto assumere poiché non dotata della maggioranza qualificata.
Chiederemo accesso agli atti e l’eventuale sequestro dei verbali assembleari, alle autorità competenti affinché vengano accertati eventuali brogli rispetto alla partecipazione reale dei lavoratori e/o eventuale risultanza delle votazioni. Che il nostro Sindacato sia quello maggiormente rappresentativo lo dimostrano le adesioni degli iscritti, anche se in questi giorni stiamo assistendo a tentativi di delegittimazione continui e insistenti da parte aziendale anche tramite alcuni capi reparto che tentano con ogni mezzo a dissuadere i lavoratori ad iscriversi al nostro sindacato.
Questi ultimi, congiuntamente al direttore del Centro Commerciale, farebbero meglio a concentrarsi sull’organizzazione aziendale e migliorare lo standard qualitativo onde evitare altre perdite che l’ipermercato subisce anziché prodigarsi a far dimettere dal nostro Sindacato i lavoratori.
Certamente ne capiamo le ragioni, questi signori in quattro anni di crisi non si sono visti ridurre lo stipendio di un solo euro, ricevono i premi aziendali a discapito di tanti addetti che non fanno altro che eseguire i loro ordini.
CGIL, CISL e UIL sventolano un contratto di solidarietà ma non dicono che ad essere colpite sono sempre le stesse persone e non dicono per quanto tempo è previsto. La fretta di chiudere una procedura che solitamente dura almeno 45 giorni la dice tutta sull’atteggiamento dei confederali e dell’azienda. Con questo non vogliamo sminuire la valenza di un ammortizzatore sociale in questo momento di crisi ma vogliamo che ai lavoratori venga detta la verità e non le bugie.
L’ipotesi di accordo sottoscritto da CGIL – CISL – UIL e UGL non cancella la messa in mobilità dei lavoratori se pure la riduce da 40 a 20 unità col solo presupposto di non opposizione al licenziamento. Come pure va affermato con trasparenza che la proroga del contratto di solidarietà potrà avvenire grazie alla riforma degli ammortizzatori sociali i cui decreti sono stati pubblicati il 24 settembre 2015 in Gazzetta ufficiale.
Sarebbe bastata una semplice comunicazione di proroga senza inscenare questo teatrino a cui i confederali continuano a tenere il sacco. Lo dimostra il fatto che l’azienda negli incontri sindacali di dicembre 2015 annunciava la procedura di mobilità, che poi ha avviato, motivandola con l’esaurimento degli ammortizzatori sociali, una grande bugia che oggi è venuta alla luce.
Si può sussurrare che se l’obiettivo era la difesa dei lavoratori, allora è stato clamorosamente fallito! Oggi CGIL, CISL e UIL rappresentano solo un baraccone, un interlocutore privilegiato di Carrefour, azienda che spregiudicatamente in una esercitazione quasi scolastica vuole affermare il proprio potere datoriale servendosi e scegliendosi il proprio sindacato di riferimento.
Ci dispiace ma noi dello SNALV – Confsal la pensiamo diversamente, le decisione sul futuro dei lavoratori appartiene a chi lavora e quindi alla loro rappresentanza democraticamente scelta, non a pseudo difensori dei lavoratori che con l’ormai risibile adesioni rappresentano solo se stessi!”.
Antonio Lento
segretario regionale SNALV CONFSAL